Scomparso il rabbino Laras. Di Segni: «Grande vuoto»

Il rabbino capo di Roma ricorda il rabbino capo emerito della comunità di Milano:, sopravvissuto alla Shoah. Don Colmegna: «Con Martini, promotore del dialogo tra religioni e tra credenti e non»

Sopravvissuto alla Shoah, rabbino capo prima ad Ancona, poi a Livorno e infine a Milano, dal 1980 al 2005, Giuseppe Laras è morto ieri, mercoledì 15 novembre, a Milano. Aveva 82 anni ed era malato da tempo. La sua scomparsa, afferma il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, «lascia un grande vuoto nell’ebraismo italiano e nella società italiana. Non c’è stato evento negli ultimi decenni di storia ebraica italiana in cui non si sia sentito il peso della sua voce, dei suoi insegnamenti, dei suoi consigli – prosegue Di Segni -. È intervenuto come sopravvissuto alla Shoah, come maestro ricco di dottrina e di esperienza, come cittadino preoccupato degli sbandamenti della società, sempre pacato nella forma ma deciso nei suoi principi, senza timore di andare controcorrente».

Già presidente dell’Assemblea dei rabbini d’Italia, membro della Consulta rabbinica e direttore del Collegio rabbinico italiano, Laras era nato e cresciuto a Torino, formandosi nella scia dell’Ebraismo ortodosso colto e illuminato. Forte la sua spinta al dialogo tra ebrei e cristiani, che ha avuto la massima propulsione a Milano durante il ventennio di sinergica amicizia e collaborazione con il cardinale Carlo Maria Martini, allora arcivescovo dell’arcidiocesi ambrosiana, e Paolo De Benedetti. All’insegna della stima vicendevole, della comprensione infine dell’amicizia anche il rapporto con il cardinale Dionigi Tettamanzi, succeduto a Martini alla guida dell’arcidiocesi milanese, così come con l’allora prefetto emerito della Biblioteca Ambrosiana, oggi presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi.

«Abbiamo sempre stimato e apprezzato la sua testimonianza – dichiara parlando a nome della Casa della Carità di Milano don Virginio Colmegna -. In particolare ricordiamo il legame profondo del rabbino Laras con il cardinale Carlo Maria Martini, che è continuato anche quando il cardinale ha lasciato Milano e fino ai suoi ultimi giorni di vita». Insieme, «da arcivescovo di Milano e da rabbino capo della Comunità ebraica, sono stati promotori del dialogo di pace tra le religioni e tra credenti e non credenti. Un dialogo che, come ebbe modo di dire lo stesso rabbino Laras, ha ravvivato e alimentato il tessuto culturale, spirituale ed etico della città». Esprimendo vicinanza alla comunità ebraica milanese per la perdita del rabbino Laras, Colmegna ricorda che «la Casa della carità è stata voluta da Martini proprio come luogo di confronto, dove la parola è centrale. Per questo, in un tempo in cui spesso il confronto cede il passo allo scontro, la perdita del rabbino Laras ci addolora e interroga tutti noi».

16 novembre 2017