Francesco in Bangladesh «porti sicurezza per le minoranze religiose»

L’auspicio del missionario padre Costa raccolto da Aiuto alla Chiesa che soffre. «Dopo l’attentato di Dacca ,nel luglio 2016, abbiamo vissuto un periodo di paura e incertezza. Speriamo che il Papa possa aiutarci»

È in programma per il 1° e il 2 dicembre la visita di Papa Francesco in Bangladesh. Una visita attesa dall’intera popolazione, musulmani inclusi e che, per i cattolici del Paese, porta con sé la speranza di «una maggiore sicurezza per le minoranze religiose». A riferirlo alla fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre è padre Gabriel Amal Costa, missionario del Pime, originario della diocesi di Dacca. La comunità cristiana – lo 0,3% dei 160 milioni di bengalesi – attende con ansia il pontefice, riferisce il religioso, e spera che possa invitare le autorità locali a tutelare maggiormente le minoranze religiose. «Dopo l’attentato di Dacca, nel luglio 2016, abbiamo vissuto un periodo di paura e incertezza e auspichiamo che il Papa possa aiutarci in tal senso».

Padre Costa racconta di un Bangladesh molto trasformato dalla diffusione di un fanatismo islamico che non appartiene alla cultura bengalese. A farne le spese, naturalmente, sono le minoranze religiose, «ma vengono colpiti anche i musulmani non radicali», spiega, notando tuttavia come il partito al potere stia cercando di arginare l’estremismo e si stia impegnando per rendere il Paese maggiormente democratico. Non mancano comunque cambiamenti di segno positivo. Su tutti, la crescita della popolazione cattolica: rispetto alle 4 diocesi
che contava la Chiesa visitata da Giovanni Paolo II nel 1986, quella che incontrerà Francesco vanta oggi 8 diocesi e un maggiore numero di battezzati e di sacerdoti, religiosi e vescovi locali. «Non mancano neanche le conversioni di musulmani al cristianesimo – continua padre Costa -, anche se si tratta di un processo piuttosto lungo. La Chiesa, infatti, deve essere molto prudente in questi casi perché seppure le conversioni dall’Islam non sono proibite per legge, a livello sociale sono spesso ostracizzate».

Della comunità cristiana bengalese padre Costa rivendica la fede «ben salda», che può essere d’esempio ai cristiani occidentali, «i quali a volte hanno paura o vergogna di mostrare la loro identità religiosa. I cristiani bengalesi invece vivono apertamente la loro fede e la mostrano con orgoglio».

10 novembre 2017