De Donatis ai nuovi diaconi: «Annunciare la Parola e soccorrere i poveri»»

Il vicario del Papa ha ordinato dieci diaconi a San Giovanni in Laterano. Parola e poveri sono «due element imprescindibili legati tra loro in modo mistico»

Annunciare la Parola e soccorrere i poveri: è la consegna che monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha lasciato ai dieci nuovi diaconi che ha ordinato sabato pomeriggio, 28 ottobre, nel corso della solenne celebrazione da lui presieduta nella basilica di San Giovanni in Laterano. «La grazia del diaconato – ha spiegato il presule – salda la vostra vita alla sollecitudine del vescovo e questo per due realtà: la Parola, nella quale il Maestro ci parla e ci trasforma, e i poveri, nei quali il Signore ci fa compagnia». Due elementi imprescindibili «legati in modo profondissimo e mistico – ha continuato De Donatis -: senza i poveri non sapremmo con quale spirito aprire le Scritture, senza la Parola non capiremmo perché e per chi servire i poveri».

Commentando poi il Vangelo, l’arcivescovo ha evidenziato come «esso sia la sintesi della nostra vita, il comandamento che attira il figlio di Dio sulla terra e porta noi in Paradiso: amare il Padre e amare il fratello» laddove «amare, nella Scrittura, rimanda con precisione ad altri due verbi: rimanere e assomigliare». Chi ama veramente Dio è chi sa resistere e perseverare, «chi pianta la tenda nella pianura della Sua misericordia – ha precisato De Donatis -, chi fa come Maria che rimane sotto la croce»; ancora, amare non è tanto corrispondere ad un impegno né «osservare un precetto ma avere il desiderio di essere simile a colui che si ama» perciò «assomigliare a Dio è l’unico modo di amarlo».

Ecco quindi l’ammonimento paterno dell’arcivescovo ai diaconi cui si è rivolto chiamandoli figli: «Entrate nella dimensione umile del ministero senza protagonismi ma con cuore contrito e pieno di timore di Dio» avendo a mente l’immagine del Vangelo secondo cui nessun servo è più importante del suo padrone e lasciando «che lo Spirito continui ad operare e lavorare in voi». Quindi monsignor De Donatis si è rivolto anche ai tanti fedeli che gremivano la cattedrale di Roma: «I festeggiati oggi siamo noi, il popolo di Dio – ha spiegato – perché riceviamo in dono questi candidati che sono il regalo bellissimo che lo Sposo fa alla sua sposa, la Chiesa, che ama e alla quale non fa mancare la sua presenza». Di seguito, l’invito a pregare «affinché questo dono venga sigillato e perfezionato dallo Spirito Santo» che nel corso degli anni ha operato «nei pastori della Chiesa perché riconoscessero questi fratelli come idonei al sacerdozio» ma anche «nelle loro famiglie e nelle comunità di appartenenza».

Dopo l’omelia, l’invocazione ai santi e la richiesta di perdono hanno preceduto il momento dell’ordinazione con l’imposizione delle mani su ciascun candidato e la preghiera consacratoria con la promessa di filiale rispetto e obbedienza nei confronti del Papa. Quindi il rito della vestizione e la consegna del Vangelo ai nuovi diaconi «chiamati ora ad una vita generosa e santa – ha auspicato il vicario del pontefice – ed offerti per l’esercizio del sacro ministero nella Chiesa». Infine monsignor De Donatis si è fatto latore presso i diaconi del saluto e della benedizione del Papa «che ho incontrato prima di questa celebrazione e che ci ha seguito con la preghiera».

 

30 ottobre 2017