Le domande del Papa agli astronauti della Stazione spaziale

Dall’Auletta dell’Aula Paolo VI in Vaticano, Francesco si è collegato con l’equipaggio della Stazione internazionale. È il secondo Pontefice a farlo, dopo Benedetto XVI nel 2011

«Buongiorno o buona sera perché quando si è nello spazio non si sa… Penso che lì le giornate scorrano in modo diverso. Ringrazio voi e quanti hanno organizzato questo collegamento che mi dà la possibilità di incontrarvi e di rivolgervi alcune domande». Ha esordito così Papa Francesco, ieri pomeriggio in collegamento in diretta audio video dall’auletta dell’Aula Paolo VI con l’equipaggio della Missione 53, guidata dal comandante della Nasa Randolph Bresnik (Usa), a bordo della stazione spaziale internazionale in volo a 400 km dalla terra.

Rivolgendosi all’italiano Paolo Nespoli il Papa ha chiesto: «L’astronomia ci fa contemplare gli orizzonti sconfinati dell’universo e suscita in noi le domande da dove veniamo e dove andiamo. Chiedo a lei, alla luce delle sue esperienze nello spazio qual è il suo pensiero sul posto dell’uomo nell’universo». «Santo Padre – la risposta dell’astronauta – questa è una domanda complessa, io mi sento un ingegnere, mi trovo a mio agio tra machine e esperimenti, ma quando si parla di queste cose molto più interne rimango anch’io perplesso. È un discorso molto delicato penso che il nostro obiettivo qua è conoscere, riempire la conoscenza».

L’arazzo dedicato alla Divina Commedia, presente nell’auletta dell’Aula Paolo VI nella quale è stato allestito il collegamento, ha dato lo spunto per l’altra domanda del Pontefice. «L’amor che move il sole e le altre stelle… Che senso ha per voi ingegneri e astronauti chiamare “amore” la forza che muove l’universo?». A rispondere questa volta è stato l’ingegnere russo Alexander Misurkin: «L’amore è quella forza che ti dà la capacità di dare la tua vita per qualcun altro». È vero, ha detto Francesco, «senza amore non è possibile dare la propria vita per qualcun altro».

In collegamento audio-video con l’equipaggio della Missione 53 a bordo della stazione spaziale internazionale, Papa Francesco ha incalzato: «Viaggiare nello spazio modifica tante cose che si danno per scontate nella vita quotidiana, per esempio l’idea del su e del giù: c’è qualcosa in particolare che vivendo nella stazione spaziale vi ha sorpreso, e che cosa che vi ha colpito perché ha trovato conferma anche in un contesto così diverso?».

Per l’americano Mark T. Vande Hei, ingegnere della Nasa: «Quello che mi ha sorpreso è che affrontare una cosa da una prospettiva diversa può renderlo familiare. Quando lavoro a qualcosa molto vicino a me mi rendo conto che gli sono ruotato intorno, e vedere quella cosa da una prospettiva diversa mi sorprende. Quello che non è cambiato è invece che anche qui per riuscire a capire dove sono devo decidere io dove è il su e il giù e quindi stabilire io il mio microcosmo per i mei sistemi di riferimento». «Una cosa propriamente umana, la capacità di decidere», ha chiosato il Santo Padre.

«La nostra società è molto individualista, invece nella vita è essenziale la collaborazione, penso a tutto il lavoro che c’è dentro una impresa come la vostra. Potreste darmi qualche esempio significativo?», ha chiesto ancora Papa Francesco all’equipaggio della Missione. Joseph Acaba, ingegnere della Nasa di origine portoricana, saluta il Papa in spagnolo e poi spiega in inglese: «Un grande esempio di collaborazione internazionale: lavoriamo tutti i giorni con i diversi centri in tutto il mondo, Stati Uniti, Canada, Giappone e nove Paesi in Europa. Sono le persone che collaborano, lavorano insieme per ottenere qualcosa che è al di sopra di ciascuno. Ognuno di noi porta una diversità e queste rendono più forti, fanno un insieme molto più grande di noi».

«Voi siete un piccolo Palazzo di Vetro, eh?», ha risposto sorridendo Francesco. «La totalità è più grande della somma delle parti, questo è l’esempio che ci date. Grazie tante cari amici, vorrei dire cari fratelli, perché siete rappresentanti di tutta la famiglia umana nel grande progetto di ricerca di questa stazione spaziale, grazie per questo colloquio che mi ha molto arricchito». Dal pontefice l’assicurazione di pregare «per voi, per le vostre famiglie e per il vostro lavoro» e l’immancabile «voi per favore pregate per me, grazie».

 

 

27 ottobre 2017