Nel 2015 gli stranieri hanno prodotto ricchezza per 127miliardi di euro

Si tratta di uno dei dati del Dossier statistico 2017 Idos. Nel 2065 potranno essere 14,1 milioni i residenti stranieri e 7,6 milioni i cittadini italiani di origine straniera

La stima della presenza straniera regolare in Italia è di 5.359.000 persone mentre gli italiani all’estero sono 5.383.199 secondo le anagrafi consolari (aumentati di oltre 150mila unità rispetto al 2015). È il dato complessivo che emerge dal Dossier statistico 2017, curato dal Centro Studi e ricerche Idos e, per il terzo anno consecutivo, con il Centro Studi Confronti e con il sostegno dei fondi dell’otto per mille della Chiesa valdese – Unione delle Chiese metodiste e valdesi, che è stato presentato questa mattina, 26 ottobre. Significativo il paragrafo sull’andamento demografico e l’immigrazione: nel 2016, tra i cittadini italiani le morti sono prevalse sulle nascite di 204.675 unità (tendenza in corso da diversi anni).

La “compensazione” è stata in parte assicurata grazie alle nascite da genitori stranieri (69.379, il 14,7% del totale). Insomma, secondo le previsioni demografiche dell’Istat, nell’arco dell’intero periodo 2011-2065, la dinamica naturale sarà negativa per 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite e 40 milioni di decessi) e quella migratoria sarà positiva per 12 milioni (17,9 milioni di ingressi e 5,9 milioni di uscite).

Pertanto, complessivamente, la popolazione residente non diminuirà e si assesterà sui 61,3 milioni, ma sarà molto diversa la sua composizione: l’incidenza degli ultra 65enni sfiorerà il 33%, si ridurranno i minori e le classi di popolazione in età lavorativa, aumenterà l’incidenza degli stranieri. Nel 2065, potranno essere 14,1 milioni i residenti stranieri e 7,6 milioni i cittadini italiani di origine straniera: nell’insieme più di un terzo della popolazione. Alla luce di queste precisazioni a preoccupare maggiormente dovrebbe essere la scarsa capacità dell’Italia di attrarre e integrare i cittadini dall’estero.

Il dossier Idos ricorda inoltre che la presenza degli immigrati e dei profughi non comporta solo problemi. Il presidente dell’Inps Tito Boeri ha sottolineato che senza immigrati il Paese nei prossimi 22 anni potrebbe risparmiare 35 miliardi di euro di prestazioni a loro destinate (la cui incidenza più elevata riguarda le integrazioni salariali, le prestazioni di disoccupazione, quelle per i nuclei familiari e gli assegni assistenziali, mentre sono minimali gli esborsi per prestazioni pensionistiche su base contributiva), ma così facendo rinuncerebbe a 73 miliardi di entrate contributive, con una perdita netta di 38 miliardi di euro.

Nel 2015 gli occupati stranieri hanno prodotto una ricchezza di 127 miliardi di euro, vale a dire l’8,8% della ricchezza complessiva, e hanno dichiarato in media redditi di 11.752 euro annui a testa, pari a un totale di 27,3 miliardi di euro. Essi hanno versato Irpef per 3,2 miliardi di euro, in media 2.265 euro a testa (gli italiani 5.178 euro). Continua a essere notevole il beneficio finanziario assicurato dagli immigrati ai conti pubblici, compreso tra 2,1 e 2,8 miliardi di euro a seconda del metodo di calcolo.

26 ottobre 2017