Il cordoglio di Francesco per le vittime di Las Vegas
50 morti e centinaia di feriti nella sparatoria avvenuta nella Capitale del Nevada durante il Route 91 Harvest Festival. La «vicinanza spirituale» del Papa a quanti «sono stati colpiti da questa tragedia insensata»
Papa Francesco ha affidato a un telegramma, inviato a suo nome dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin a monsignor Joseph Anthony Pepe, vescovo di Las Vegas, le sue parole di cordoglio per la strage avvenuta a Dallas nella serata di domenica 1° ottobre. L’autore: un uomo di 64 anni, Stephen Paddok, senza affiliazioni politiche o religiose, ha usato 19 fucili per sparare contro la folla radunata in occasione del “Route 91 Harvest Festival”, uno dei più famosi concerti di musica country che aveva attirato nella Capitale del Nevada oltre 30mila persone. Ha sparato dal 32mo piano dell’hotel Mandalay Bay, sfruttando il vantaggio dell’altezza per fare il maggior numero di vittime possibile, compiendo la strage più sanguinosa della storia americana: 58 morti e circa 500 feriti. Poi, quando la polizia lo ha raggiunto, facendo saltare la porta della sua stanza, si è suicidato.
Una strage, quella compiuta da Paddok, per la quale Francesco si dice «profondamente rattristato», esprimendo la sua «vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia insensata». Escluso anche ogni collegamento con il terrorismo internazionale, nonostante un tentativo di rivendicazione da parte di Isis. Per i feriti e «per tutti coloro che sono morti» si alza la preghiera del pontefice, che al contempo rende omaggio «agli sforzi della polizia e del personale di soccorso nelle emergenze».
Fra questi, lo sceriffo Joe Lombardo, che ha parlato di «un momento devastante: abbiamo cercato di rispondere all’emergenza facendo il possibile per offrire sicurezza ai sopravvissuti». Tra le vittime, anche due dei suoi uomini: fuori servizio, assistevano allo spettacolo. A dare manforte ai soccorritori anche gli abitanti di Las Vegas, immediatamente mobilitati per dare una mano. Come Jessica Perez, che appresa la notizia si è precipitata in macchina con cinque multipack di acqua: «Non potevamo stare a casa a non fare niente. Non potevo credere che tutto questo stava accadendo a casa mia». Vicinanza e preghiera per le vittime anche nelle parole del presidente Usa Donald Trump.
«Il mio cuore e le mie preghiere come quelle di tutti i vescovi della Chiesa statunitense sono rivolti alle vittime della tragedia di Las Vegas», dichiarava ieri, lunedì 2 ottobre, il cardinale Daniel N. DiNardo, presidente della Conferenza episcopale degli Usa. «Ci siamo svegliati stamattina e abbiamo appreso di questa notte di terrore inspiegabile che ha colpito la città», continuava il cardinale, raccomandando caldamente di prendersi cura dei feriti: «La sola risposta all’oscurità del male è fare il bene, perché qualunque sia la profondità del buio, essa non supererà la luce».
3 ottobre 2017