Santa Sede all’Onu: «Fare passo indietro dall’escalation militare»
L’appello del segretario vaticano per i rapporti con gli Stati monsignor Gallagher alla 72ª sessione dell’assemblea, a New York. Il tweet di Francesco per «un mondo senza nucleare»
Ha parlato come capo delegazione della Santa Sede monsignor Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, rivolgendo ieri, 25 settembre, alla 72ª sessione dell’Assemblea Onu in corso a New York, un forte appello a «fare un passo indietro decisivo e urgente dall’attuale escalation militare». Il dovere di prevenire guerre e conflitti violenti, si legge nel testo diffuso oggi dalla Sala stampa vaticana, è «una componente essenziale della responsabilità di proteggere. I Paesi più grandi e che hanno una più forte tradizione di rispetto dei diritti umani dovrebbero essere i primi a mettere in campo generose azioni di pacificazione», con tutti i mezzi politici e diplomatici di mediazione «per evitare l’indicibile».
Cita le parole di Pio XII alla vigilia della seconda guerra mondiale, monsignor Gallagher, per ribadire che «niente è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra». E ricorda i più importanti e drammatici focolai di guerra nel mondo: lo Yemen, dove è in atto «una catastrofe umanitaria di proporzioni apocalittiche»; la Siria, dove «la tragedia della guerra continua a crescere di giorno in giorno», che richiede «un cessate il fuoco immediato» e dove «il tavolo di negoziazione dell’Onu è l’unica precondizione per il rispetto dei diritti umani e dei principi di accesso all’assistenza». E ancora, le «divisioni politiche e l’instabilità» in Venezuela, con la sua crisi umanitaria, e le «complesse tensioni politiche e diplomatiche» nella penisola arabica, fino al Medio Oriente, dove è sempre più necessario garantire la coesistenza pacifica dei due Stati, e alla necessità di porre fine alle violenze nella Repubblica democratica del Congo e nella Repubblica Centrafricana.
A tutti questi focolai di guerra Gallagher aggiunge anche l’altro «conflitto silenzioso» che si consuma nel mondo: quello del narcotraffico, che genera «forme di corruzione» capaci di insinuarsi in ogni branca della società, mettendo a rischio la «credibilità delle nostre istituzioni». Infine, una notazione sul terrorismo, che richiede «misure più coese e coerenti» a livello internazionale.
Sul tema del disarmo è intervenuto oggi anche Papa Francesco, affidando a un tweet l’invito a impegnarsi «per un mondo senza armi nucleari, applicando il Trattato di non proliferazione per abolire questi strumenti di morte».
Impegniamoci per un mondo senza armi nucleari, applicando il Trattato di non proliferazione per abolire questi strumenti di morte.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 26 settembre 2017
26 settembre 2017