Al termine della cerimonia di benvenuto, Francesco, sempre con la coppia presidenziale, ha salutato i disabili, i militari e le vittime della guerriglia che per oltre 50 anni ha martoriato il Paese latinoamericano, provocando oltre 260mila morti, più di 60mila dispersi e 7 milioni di sfollati e profughi. Quindi è salito sulla “papamobile”, con il cardinale Ruben Salazar Gomez, arcivescovo di Bogotà, primate di Colombia e presidente del Celam, per dirigersi alla volta della nunziatura apostolica, dove risiederà. Lungo il percorso, lo hanno salutato e acclamato centinaia di migliaia di persone. Ad attenderlo davanti alla rappresentanza diplomatica della Santa Sede, un gruppo di fedeli che ha eseguito canti e danze tradizionali. Tra loro, alcuni bambini e ragazzi provenienti da realtà disagiate, che gli hanno donato il tipico poncho locale. Il Papa li ha esortati a non perdere mai la loro gioia e la loro speranza: «Nessuno vi inganni né vi rubi la speranza».

A fine giornata di speranza ha parlato, in una dichiarazione alla stampa, anche il presidente Santos: questo, ha detto, è il «momento di costruire la pace». Oggi, giovedì 7 settembre, il Papa visita Bogotà: la mattinata è iniziata proprio al palazzo presidenziale, con l’incontro con le autorità e la visita di cortesia al presidente Santos. Poi la visita alla cattedrale e l’incontro con i vescovi e il comitato direttivo del Celam, prima della Messa del pomeriggio nel Parco Simon Bolivar.

7 settembre 2017