Filippine, l’appello dei vescovi: «Mai più guerra a Marawi»

Il comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale al termine dell’assemblea generale per chiedere «al più presto» il ritorno alla normalità e alla pace

Il comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale al termine dell’assemblea generale per chiedere «al più presto» il ritorno alla normalità e alla pace

«Mai più guerra a Marawi!». È l’appello rivolto dai vescovi delle Filippine, al termine dell’assemblea generale tenutasi nei giorni scorsi a Manila, rilanciato dall’Agenzia Fides. «Chiediamo al più presto – si legge nel testo – il ritorno alla normalità e alla pace a Marawi e nell’area. Ci chiediamo se il prolungamento della legge marziale porterà a questo. Crediamo che la guerra a Marawi non sia un conflitto di religione». I vescovi riferiscono di aver sentito e letto «storie veramente stupefacenti di come i musulmani abbiamo protetto e aiutato i cristiani a evitare una morte quasi certa. Ora i cristiani stanno aiutando migliaia di musulmani che sono fuggiti da Marawi. Questi – affermano – sono segni indiscutibili che non esiste una guerra religiosa».

Proprio per questo, i presuli, insieme a studiosi e leader religiosi islamici di Mindanao, deplorano «il violento gruppo estremista  Maute che, giurando fedeltà all’Isis, ha contraddetto i principi fondamentali dell’Islam rapendo e uccidendo innocenti». Scoraggiando ogni uso strumentale della religione per fini violenti, esortano quindi a far sì che «i genitori, le scuole, le chiese e le moschee assicurino che nessuno possa essere attirato dai terroristi», insegnando ai giovani che «le nostre fedi sono destinate alla pace» e che «nessuna religione insegna l’uccisione di persone innocenti semplicemente perché appartengono a un’altra fede».

Al contrario, i vescovi filippini sottolineano che «esiste già la base per la pace e la comprensione. Fa parte dei principi fondamentali di entrambe le fedi: l’amore del Dio unico e l’amore del prossimo». E amare il prossimo significa agire: di qui l’invito a «condividere  le nostre risorse per aiutare le migliaia di persone fuggite dagli orrori di Marawi». Da ultimo, la preghiera «per la sicurezza dei civili intrappolati, di quelli rapiti dai terroristi. Cerchiamo di essere vigili, aiutando le nostre forze di sicurezza a sconfiggere le minacce del terrorismo in altre aree di Mindanao. Aiutiamo il governo a ricostruire la città di Marawi in modo che i suoi cittadini possano riprendere la loro vita».

Nel messaggio della Conferenza episcopale anche la gratitudine per «l’inestimabile generosità di donatori di diverse fedi, sia locali che stranieri, che hanno risposto prontamente alle necessità dei profughi di Marawi», insieme alla richiesta di «ulteriori aiuti». Quindi l’affidamento dell’intera vicenda a Maria: «I cattolici – conclude il messaggio – credono che 100 anni fa apparve a tre bambini nel villaggio di Fatima, che è il nome della figlia del profeta Muhammad. A Maria rivolgiamo la preghiera per la pace e l’armonia tra i popoli di diverse fedi».

10 luglio 2017