Il cardinale Pell torna in Australia per difendersi in tribunale

Il porporato è stato accusato di reati sessuali nei confronti di minori. in conferenza stampa si dichiara innocente: «Accanimento senza tregua»

Il porporato è stato accusato di reati sessuali nei confronti di minori. in conferenza stampa si dichiara innocente: «Accanimento senza tregua» 

La Santa Sede ha appreso con «rincrescimento» la notizia del rinvio a giudizio in Australia del cardinale George Pell «per imputazioni riferibili a fatti accaduti alcuni decenni orsono». Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede. «Messo al corrente del provvedimento, il cardinale Pell, nel pieno rispetto delle leggi civili e riconoscendo l’importanza della propria partecipazione affinché il processo possa svolgersi in modo giusto e favorire così la ricerca della verità, ha deciso di far ritorno nel suo Paese per affrontare le accuse che gli sono state mosse».

Il Santo Padre, informato di ciò dallo stesso cardinale Pell, «gli ha concesso un periodo di congedo per potersi difendere. Durante l’assenza del Prefetto – prosegue la nota -, la Segreteria per l’Economia continuerà a svolgere i propri compiti istituzionali. I Segretari rimarranno in carica per il disbrigo degli affari ordinari, donec aliter provideatur. Il Santo Padre, che ha potuto apprezzare l’onestà del cardinale Pell durante i tre anni di lavoro nella Curia Romana, gli è grato per la collaborazione e, in particolare, per l’energico impegno a favore delle riforme nel settore economico e amministrativo e l’attiva partecipazione nel Consiglio dei Cardinali (C9) ».

La Santa Sede «esprime il proprio rispetto nei confronti della giustizia australiana che dovrà decidere il merito delle questioni sollevate. Allo stesso tempo va ricordato che il cardinale da decenni ha condannato apertamente e ripetutamente gli abusi commessi contro minori come atti immorali e intollerabili, ha cooperato in passato con le Autorità australiane (ad esempio nelle deposizioni rese alla Royal Commission), ha appoggiato la creazione della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e, infine, come vescovo diocesano in Australia ha introdotto sistemi e procedure per la protezione di minori, e per fornire assistenza alle vittime di abusi».

Si dichiara innocente, respinge ogni accusa e annuncia che si difenderà per tornare al suo lavoro a Roma. Con questa ferma convinzione il porporato si è presentato, il 29 giugno, in Sala Stampa vaticana per rispondere con una dichiarazione alle accuse di abusi sessuali per cui è stato incriminato in Australia. I fatti contestati risalgono agli anni ’70, quando era sacerdote. Il porporato è stato chiamato a comparire in tribunale il prossimo 18 luglio.

«Queste questioni – ha detto il cardinale – sono state oggetto di indagini oramai da quasi due anni. Notizie sono filtrate ai media. Si tratta di un accanimento senza tregua, con, per più di un mese, dichiarazioni relative al fatto che la decisione sulle accuse sarebbe stata “imminente”. Adesso sono contento che finalmente potrò difendermi nei tribunali. Ribadisco la mia innocenza in merito a queste accuse. Sono false. La stessa idea di abusi sessuali è per me ripugnante».

Nella dichiarazione Pell informa anche che il Santo Padre è stato da lui costantemente informato durante questo lungo periodo e di aver avuto «l’occasione di poter parlare con Lui recentemente circa la necessità di prendermi un congedo temporaneo per poter salvaguardare la mia reputazione». Ed aggiunge: «Sono grato a Sua Santità per avermelo concesso di modo che io possa tornare in Australia. Ho parlato con i miei avvocati per comprendere le tempistiche del mio rientro e ho consultato i miei avvocati per vedere quale sia il miglior modo per farlo. Sono sempre stato molto coerente e chiaro circa il mio totale rigetto di queste accuse. La notizia riguardo a queste accuse rafforza la mia determinazione e il processo giudiziario mi darà l’opportunità di respingere ogni accusa e tornare al mio lavoro a Roma».

 

30 giugno 2017