Parkinson, uno sguardo a tutto tondo

Circa 300mila i malati in tutta Italia. Il punto in un convegno, nella Giornata nazionale, nei locali della parrocchia di San Pancrazio. Fra le proposte, l’Art therapy. Mirabella: «Agisce su autostima e benessere psicologico»

Sensibilizzare e informare sulle tematiche legate al morbo di Parkinson. E aiutare le famiglie dei malati a sentirsi meno sole. È con questi obiettivi che sabato 29 novembre, in occasione della Giornata nazionale Parkinson, si è svolto nella parrocchia di San Pancrazio, l’incontro organizzato dalla Onlus Parkinzone, in collaborazione con il Punto famiglia delle Acli. Un’occasione per fare il punto su alcuni aspetti di una malattia che in Italia colpisce circa 300mila persone.

Ad aprire i lavori Alessia Salmoni, presidente del consiglio del municipio XII, che ha rinnovato la disponibilità delle istituzioni a sostenere i bisogni dei cittadini in difficoltà, e monsignor Andrea Manto, direttore del Centro diocesano per la pastorale sanitaria, per il quale il lavoro svolto dalla comunità della parrocchia di San Pancrazio realizza quel modello di Chiesa in uscita che Papa Francesco chiede. «Questo – ha detto Manto – è un esempio reale di come la Chiesa possa aprirsi per raccogliere le sfide del nostro tempo e diventare un “ospedale da campo”, capace di rimanere accanto a ferite e solitudini che attraversano il vissuto di molte famiglie. Proprio per questo – ha concluso – rivolgo un incoraggiamento ad andare avanti perché ogni crisi, anche se grave, può vedere la luce solamente se viene consolata».

Sui due disturbi che caratterizzano il Parkinson, vale a dire la difficoltà di gestire ciò che viene svolto automaticamente nella vita di tutti i giorni e la capacità di controllare i propri sentimenti, le proprie emozioni, a loro volta fondamentali per il corretto funzionamento degli automatismi stessi, si è soffermato il neurologo Nicola Modugno, responsabile del Centro Parkinson dell’Istituto neurologico mediterraneo Neuromed e consigliere nazionale Limpe (Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze), oltre che creatore e presidente della onlus ParkinZone. «Abbiamo cercato di lavorare sulle emozioni – ha spiegato – provando a far fare una rappresentazione teatrale ai pazienti affetti da Parkinson, riscontrando risultati più che incoraggianti. Abbiamo osservato, infatti, che lavorando sulla possibilità di usare in maniera volontaria gli automatismi del corpo umano e del pensiero, con affianco un lavoro sulla gestione delle emozioni, si migliora la qualità della vita e il decorso della malattia».

Il teatro, quindi, come strumento riabilitativo per imparare ad agire sulla propria persona e far vivere ai pazienti momenti di socialità e confronto con il mondo circostante. Una tesi confermata anche dalle ultime ricerche statistiche in materia, ricordate dal neurologo Giovanni Mirabella, ricercatore alla Sapienza. «L’Art therapy – ha precisato Mirabella – agisce positivamente su autostima e benessere psicologico del paziente, perché promuove la plasticità cerebrale consentendo un parziale ripristino dei circuiti compromessi dalla malattia».

L’incontro si è chiuso infine con i consigli legati all’alimentazione del medico nutrizionista Pietro Antonio Migliaccio, presidente della Società italiana di Scienza dell’alimentazione. «I pazienti affetti da Parkinson – ha precisato Migliaccio – non devono diminuire l’apporto di proteine anche se queste devono essere incamerate lontane dall’assunzione dei farmaci. Il consiglio, quindi, è fare piccoli pasti in prossimità dell’assunzione di farmaci e pasti più sostanziosi negli altri periodi della giornata».

1° dicembre 2014