Immigrazione, Minniti: «Affrontare gli squilibri in Africa»
Il ministro dell’Interno incontra i ragazzi di San Tommaso Moro: «Togliere la gestione dell’immigrazione dalle mani dei trafficanti»
Il ministro dell’Interno incontra i ragazzi di San Tommaso Moro: «Togliere la gestione dalle mani dei trafficanti di esseri umani»
«Ragazzi, l’obiettivo del terrorismo è trasmettere la paura, una democrazia impaurita è una democrazia più debole e più fragile. Ma lo sforzo deve essere quello di evitare che qualcuno giochi sulla paura e che si costruiscano muri». A parlare ai giovani che frequentano la scuola di formazione sociale e politica nella parrocchia di San Tommaso Moro è il ministro dell’Interno Marco Minniti.
Quasi due ore di dibattito e confronto su immigrazione e terrorismo, tra domande dei giovani, risposte e riflessioni del ministro, che, ieri mercoledì 31 maggio, ha visitato la parrocchia di via dei Marrucini. «Sento la necessità che i valori di questi ragazzi si incarnino in una realtà e in un tessuto sociale e non restino solo idee teoriche – ha spiegato il parroco monsignor Andrea Celli, che ha introdotto l’incontro -. Per noi cattolici il monito di Gesù “ero forestiero e mi avete accolto” non è un problema di ordine pubblico né un’affermazione politica ma è semplicemente Vangelo».
Al centro del confronto, dunque, una domanda rivolta al ministro: «Il fenomeno dell’immigrazione è un’occasione o un problema?». «È una realtà – ha risposto Minniti -. È una grande questione che ci ha accompagnato negli anni passati e che ci accompagnerà negli anni futuri. È collegata allo sviluppo del mondo, è una realtà che va governata, non inseguita né gestita in emergenza. Bisogna agire affrontando gli squilibri che in questo caso si trovano nel continente africano».
Una convinzione che, secondo Minniti, deve spingere l’Europa a «investire in sviluppo economico, in formazione delle classi dirigenti e raffreddamento dei conflitti nei Paesi africani». Il ministro ha poi indicato il primo obiettivo: «Togliere la gestione dell’immigrazione dalle mani dei trafficanti di esseri umani». E ha snocciolato alcuni dati per spiegare la scelta del governo italiano di stipulare un trattato col governo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite per frenare il traffico di esseri umani.
«Nei primi 5 mesi in Italia sono arrivate 6mila persone dal Bangladesh attraverso la Libia, il 97 per cento dei flussi migratori passa da lì ma non ci sono migranti libici, quindi è un Paese di transito dove c’è gente che si arricchisce sulla pelle di donne e bambini». Una volta superata la fase di contrasto ai trafficanti possono essere intrapresi, secondo Minniti, altri provvedimenti: «Se viene meno l’immigrazione illegale, il tema può essere affrontato attraverso i corridoi umanitari per chi scappa da guerre e carestie o attraverso accordi tra stati per i migranti che cercano un miglioramento delle proprie condizioni di vita».
Infine, il momento delle domande degli universitari. Rispondendo a Federica, laureata in Giurisprudenza, che ha chiesto «quali prospettive si creino per i giovani in un’Europa che tende a chiudersi», il ministro ha riposto che «nel momento in cui l’Europa viene messa in discussione serve più coraggio. Come quello che l’Europa dovrebbe avere per realizzare un progetto costituente degli Stati Uniti d’Europa con un accordo federativo senza che gli Stati nazionali perdano la loro identità». Infine, una preghiera insieme, preceduta dalla lettura di un passaggio dell’enciclica di Paolo VI “Populorum Progressio” dedicato all’accoglienza.
1° giugno 2017