Verso il G7, le domande dei ragazzi ai leader del mondo

Dallo Junior 7 Unicef, il messaggio dei giovani ai capi di Stato e la lettera al Papa: «Se i grandi della terra non si commuovono che ne sarà di noi?»

Dallo Junior 7 Summit Unicef, il messaggio dei giovani ai capi di Stato e la lettera al Papa: «Se i grandi della terra non si commuovono che ne sarà di noi?»

In vista del vertice G7 che si terrà nei prossimi giorni a TAormina, l’Unicef lancia un video attraverso il quale 22 giovani – ragazze e ragazzi di Italia, Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio, Albania e Pakistan – pongono alcune domande ai leader del mondo. I ragazzi, provenienti da tutta Italia, si sono incontrati nei giorni scorsi a Grosseto per il vertice Junior 7 Summit (J7), il meeting organizzato ogni anno dall’Unicef per riunire giovani provenienti dagli Stati del G7 per discutere i temi dell’agenda del vertice e inviare un messaggio congiunto ai leader della Terra.

Diritti umani, tolleranza, pace, inclusione, istruzione, migrazioni. Questi i temi affrontati dai ragazzi quest’anno. Tra loro anche 7 minorenni stranieri non accompagnati, ospiti di un centro di prima accoglienza in Sicilia e di uno di seconda accoglienza in Toscana. I ragazzi, precisano dall’Unicef, non si erano mai incontrati prima ma «hanno subito condiviso esperienze e prospettive. È questo il senso della parola inglese “together”, che scomposta diventa “to get there”: insieme, per arrivarci».

Tra le domande che i ragazzi rivolgono ai leader: «Istruzione e conoscenza sono la chiave per uscire dal buio e per avere successo nelle nostre vite. Vogliamo investirci? I diritti umani devono essere garantiti per ogni persona. È realmente così? Stare insieme è un bisogno universale. Per superare la paura e il pregiudizio non servono parole. Noi ci ascoltiamo e ci comprendiamo l’un l’altro per prendere decisioni migliori. Siete d’accordo? Crediamo che l’integrazione non sia la via per la tolleranza, ma la via per l’inclusione. Volete camminare con noi? La felicità può muovere il mondo verso una direzione migliore. Possiamo scegliere di essere felici insieme. La pace è solo retorica? Parliamo di noi, siamo responsabili per le nostre azioni. E voi?».

Dai ragazzi del J7 anche una lettera a Papa Francesco. «Se i 7 uomini più grandi della terra non si commuovono di fronte ad un bambino che attraversa il mare per fuggire da morte sicura…cosa sarà di questo mondo? Che ne sarà di noi?», scrivono i ragazzi al pontefice, evidenziando che «viviamo un’epoca assai difficile, ci sono tanti esseri umani, troppi bambini, in fuga dalle guerre, dalla fame, dalla povertà. I nostri mari che dovrebbero unire spesso invece dividono, chi sta meglio vuole stare ancora meglio e chi sta peggio invece tende la mano verso di noi e spesso la lasciamo scivolare giù, nel fondale marino».

I ragazzi chiedono ai grandi del pianeta «di investire in educazione e conoscenza per dare a tutti la possibilità di vivere al meglio questo straordinario dono che è la vita». Al Papa dicono: «Vorremo stringere forte la sua mano e gridare insieme che tutti devono avere garantiti i propri diritti umani, che sono universali e senza distinzioni di razza o religione. Stare insieme nelle diversità – sottolineano – è un bisogno universale, l’undicesimo “comandamento” del futuro, quello che ci impegniamo a sottoscrivere oggi noi, ciascuno con le proprie diversità, le proprie religioni, i propri stili di vita ma sempre nel rispetto reciproco».

24 maggio 2017