Il Papa ordina 6 sacerdoti per Roma

La Messa nella basilica di San Pietro il 7 maggio, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. La veglia con il cardinale Vallini a San Giovanni

La Messa nella basilica di San Pietro il 7 maggio, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. La veglia con il cardinale Vallini a San Giovanni

«Eccomi!». Tre sillabe che racchiudono il dono di una vita. «Eccomi» è la parola che, domenica 7 maggio, proromperà dal cuore di 10 diaconi durante la Messa solenne nella quale saranno ordinati sacerdoti. Presieduta da Papa Francesco, con inizio alle 9.15 nella basilica di San Pietro, la celebrazione si terrà, come da tradizione, nella IV domenica di Pasqua, detta del “Buon Pastore”, giorno in cui la Chiesa celebra la 54esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Concelebreranno il cardinale vicario Agostino Vallini (che domani, venerdì 5 maggio, alle 20.30 presiederà nella basilica di San Giovanni in Laterano la veglia diocesana per le vocazioni), il vicegerente Filippo Iannone, i vescovi ausiliari, i superiori dei seminari interessati e i parroci degli ordinandi, sei dei quali appartengono alla diocesi di Roma . Di questi, 4 provengono dal Pontificio Seminario Romano Maggiore, due hanno studiato nel Collegio diocesano Redemptoris Mater.

Quasi tutti hanno «sentito la chiamata» in giovane età, chi conquistato dall’esempio di un sacerdote, chi polarizzato da quel «Seguimi» rivolto da Gesù a Pietro e, ai funerali di san Giovanni Paolo II, ricordato dall’allora cardinale Ratzinger. Padre Antonio Gentilin, morto tragicamente a 53 anni nel 1997, investito dal cancello in ferro della sua parrocchia, Santa Maddalena di Canossa, è stato un esempio da seguire e imitare per Andreas Biancucci, 28 anni, di Roma. «La domenica mia mamma mi portava con sé a Messa e a 7 anni era già nata in me l’idea di diventare sacerdote – racconta -. Mi affascinava l’amore con il quale padre Antonio esercitava il suo ministero, il modo in cui si donava agli altri». Ogni giorno Andreas chiede al Signore il dono dell’umiltà, «qualità che vorrei portare nel mio ministero perché da lì deriva l’amore e la disponibilità totale per il Padre e per il prossimo». Dario Loi, 26 anni, il più giovane tra gli ordinandi, è originario di Bologna: da adolescente non frequentava assiduamente la parrocchia, la prima volta che ha sentito in lui il desiderio di donarsi al Signore è stato in piazza San Pietro durante i funerali di san Giovanni Paolo II. «Il “Seguimi” più volte pronunciato dall’allora cardinale Ratzinger mi aveva colpito tanto e mi chiedevo cosa significasse seguire Gesù in modo totale – ricorda -. Seppur non comprendevo mi è parso chiaro che mettersi alla sequela di Cristo significava essere davvero felici. Due anni dopo, a 15 anni, sono entrato al Seminario Minore». Inizialmente la sua scelta non è stata accettata con entusiasmo in famiglia: «Nonostante questa difficoltà ho sempre sentito la pace nel cuore, il mio unico desiderio è trasmettere al prossimo l’amore di Gesù che può davvero cambiarti la vita».

Per Mattia Pica, romano di 27 anni, la scelta di entrare in Seminario «è stata un fulmine a ciel sereno». Ha sempre frequentato la parrocchia di San Luca Evangelista al Prenestino dove era catechista, al contempo era fidanzato e suonava in un gruppo. «Quando ho cominciato a capire che il Signore stava chiamando proprio me all’inizio ho respinto energicamente l’idea – racconta -. Nell’estate del 2009 mi sono reso conto che non potevo più reprimere questi sentimenti e ne ho parlato con il sacerdote che mi seguiva da anni. La preghiera è stata fondamentale per comprendere che dovevo lasciarmi condurre da Dio senza timore». 

«Avevo 15 anni e mi preparavo alla Cresima quando intuii che il Signore chiamava proprio me, ma abbandonai quel pensiero», afferma Gabriele Vecchione, 29 anni. Anni dopo, mentre già frequentava la facoltà di Scienze politiche, ha capito che la sua strada era un’altra e ora desidera solo «seguire le orme di san Filippo Neri». Cresciuto in una famiglia cattolica, Alfonso Torres Elias, 38 anni, già a 9 anni aveva espresso il desiderio di diventare sacerdote ma due anni dopo, quando in pochi mesi, per un male incurabile, ha perso prima il papà e poi la sorella, «lo sconforto ha avuto la meglio. Mi sono allontanato da Dio, andavo a Messa solo per obbedire a mamma». A 27 anni, dopo aver intrapreso il Cammino neocatecumenale e aver compreso «che il Signore non mi aveva abbandonato neanche nei momenti bui decisi di entrare in Seminario».

4 maggio 2017