«Occasione preziosa per rinnovare il vostro essenziale impegno laicale al servizio della Chiesa». È l’augurio che arriva dalla presidenza Cei all’Azione cattolica, in un messagio reso noto a poche ore dall’apertura della 16ª Assemblea nazionale dell’associazione, nel corso della quale, domenica 30 aprile, l’Ac festeggerà i suoi 150 anni in piazza San Pietro con il Papa. Si tratta di un traguardo, scrivono i vescovi italiani, che costituisce «l’occasione perché la Chiesa italiana possa dirvi il suo grazie per la vostra presenza».

Grazie, si legge nel testo, «per la vostra fedeltà alla Chiesa anche quando vi ha chiesto la fatica di ripensare lo stile di tale presenza, la vostra struttura organizzativa, i vostri linguaggi; grazie per il vostro impegno a tradurre a livello popolare le scelte maturate dall’episcopato per l’attuazione delle indicazioni conciliari nella catechesi, nella liturgia e nella testimonianza della carità, come anche nella proposta di un modello di Chiesa caratterizzato dalla comunione e dallo slancio missionario».

E ancora, «grazie per aver concretizzato tutto questo nella “scelta religiosa”, intesa come formazione di laici capaci di esporsi sulle frontiere più avanzate del sociale e del politico per testimoniare i valori cristiani; grazie – scrivono i vescovi – per l’impegno a essere “scuola di santità”», con «tante figure di santità laicale», alcune «riconosciute dalla Chiesa», tantissime altre «sconosciute ai più, ma conosciute da Dio», che «sono da un lato la “traccia” della vostra presenza e dall’altro il “tesoro” a cui far continuamente riferimento per un rinnovato impegno».

Dalla presidenza Cei arriva anche l’invito all’associazione ad «abitare il nostro tempo, la vita e le comunità». Per comprendere che «questo è uno dei momenti cruciali nei quali le cose di sempre vanno ribadite e diffuse con scelte creative, linguaggio rinnovato ed effettiva revisione dei tempi, modi e contenuti delle proposte – si legge nel messaggio – è necessario che diventiate capaci di un autentico discernimento nelle comunità ecclesiali e nella società a partire dal vostro essere associazione». E il discernimento, precisano i vescovi, «è quel processo che porta a riconoscere il bene e induce a “prendere parte”, a non cercare il quieto vivere e il conforto dell’abitudine».

Ancora, il messaggio della presidenza Cei sottolinea l’importanza di «una permanente formazione delle coscienze». L’esortazione dei vescovi:  «Siate profeti del quotidiano: la profezia dell’AC sta nella sua capacità di sentire con la Chiesa, affiancando le persone per offrire loro la possibilità di condividere un viaggio interiore, attraverso l’esperienza della formazione globale, della ricerca spirituale, dell’ascolto, della testimonianza che, dentro la realtà terrena, sa spendersi con quella “spiritualità del quotidiano” che trasforma, motiva, dona fiducia».

L’ultimo passaggio: «Abitare le comunità, senza fughe al di fuori, senza ritagliarsi una Chiesa su misura», essendo «lievito» affinché queste «diventino luoghi in cui vengano ospitate le reali questioni della vita, la ricerca comune del senso, le specifiche attitudini che solo l’esistenza concreta può offrire». L’appello dei presuli è a incamminarsi «in un percorso sinodale, strada maestra per crescere nell’identità di Chiesa in uscita, capace di mettersi in movimento creativo, innovando con libertà dentro un orizzonte di comunione».

28 aprile 2017