Ceis, la Messa di Pasqua con il cardinale Bagnasco

La celebrazione il 4 aprile, con i ragazzi delle comunità terapeutiche, le donne con bambini in difficoltà, i rifugiati ospiti del Centro e gli operatori

La celebrazione il 4 aprile, con i ragazzi delle comunità terapeutiche, le donne con bambini in difficoltà, i rifugiati politici ospiti del Centro con i loro familiari e gli operatori

Sarà il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana e del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, a presiedere martedì 4 aprile la Messa di Pasqua nella sede del Centro italiano di solidarietà (Ceis) don Mario Picchi. L’appuntamento è alle 18 nella struttura di via Attilio Ambrosini 129. Prevista la partecipazione dei ragazzi delle comunità terapeutiche, delle donne con bambini in difficoltà, dei rifugiati politici ospiti del Centro insieme con i loro familiari, insieme agli operatori delle diverse strutture.

«Siamo onorati e felici per i nostri ragazzi – è il commento del presidente Roberto Mineo – che il cardinale Bagnasco voglia celebrare la Pasqua insieme con tante persone che lottano ogni giorno per uscire da numerose forme di dipendenza, in primis quella della droga, ma anche il gioco d’azzardo patologico». Vere e proprie «metastasi», le definisce, «contro le quali da sempre il presidente della Cei si è battuto con forza e con grande coerenza denunciando ad alta voce le cause e i colpevoli di questi mali. La sua visita al Ceis vuole essere un segno concreto che la Chiesa è contraria a ogni forma di liberalizzazione della cannabis».

Fondato da don Mario Picchi alla fine degli anni Sessanta, nei suoi quasi 50 anni di attività, ricordano dalla sede centrale, il Ceis ha accolto diverse volte il beato Paolo VI, san Giovanni Paolo II e Papa Francesco, così come il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. . Così come ormai è di casa il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Notevolmente sviluppato nel corso del tempo, oggi il Centro conta numerose strutture sia a Roma che nella sua provincia: dalla comunità terapeutica per i tossicodipendenti alla cura dei giovani in doppia diagnosi (tossicodipendenza e problemi psichiatrici); dall’assistenza domiciliare ai malati di Aids e agli anziani, alle iniziative in favore di senza fissa dimora, immigrati, rifugiati, richiedenti asilo politico e donne vittime di violenza.

31 marzo 2017