Violenza sulle donne, “conviene” investire in prevenzione

L’organizzazione WeWorld presenta alla Camera i dati secondo i quali sarebbe possibile diminuire i 17 miliardi che l’Italia paga ogni anno per il problema

L’organizzazione WeWorld presenta alla Camera i dati secondo i quali sarebbe possibile diminuire i 17 miliardi che l’Italia paga ogni anno per il problema 

Nove euro per ogni euro investito: varrebbe tanto un piano strutturato di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne in Italia. È quanto emerge dall’analisi realizzata da WeWorld, organizzazione non governativa italiana, grazie al contributo di Ubi Banca, presentata alla Camera. Secondo la ricerca sarebbe possibile ridurre il fenomeno della violenza di genere e diminuire i 17 miliardi di euro che, secondo stime del 2013 della stessa organizzazione, l’Italia paga ogni anno per affrontare il problema (460 milioni solo per i costi sanitari). Un costo che, diviso per il numero delle donne che hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nella vita, cioè 6,8 milioni (Istat), fanno un costo pro capite di 1.780 euro circa.

Con le azioni previste dal piano proposto da WeWorld, lo Stato risparmierebbe ogni anno 494,6 milioni di euro, ma ben 553,8 milioni di euro sarebbe il “ritorno” in termini di aumento della qualità della vita delle donne vittime. Per un totale, stima l’organizzazione, di oltre un miliardo di «ricavo sociale» atteso. Una valutazione che sposta l’accento dalla quantificazione dei costi alla valorizzazione dei benefici. per ottenere questi “ritorni” sociali, è stato stimato un intervento pubblico addizionale rispetto a quello esistente di circa 284 milioni di euro l’anno, a fronte di un investimento iniziale (una tantum) per le attività di progettazione, monitoraggio e coordinamento di circa 84 milioni.

3 marzo 2017