Suor Candida Bellotti, 110 anni: «Mai triste, grazie alla fede»

Ministra degli infermi di San Camillo de Lellis, ha spento le candeline il 20 febbraio. Festa con i giornalisti nella Casa Madre di Lucca

La religiosa, delle Ministre degli infermi di San Camillo de Lellis, ha spento le candeline lunedì 20 febbraio. La festa con i giornalisti nella Casa Madre di Lucca

Con le 110 candeline che ha spento ieri, lunedì 20 febbraio, suor Candida Bellotti – al secolo Alma Bellotti – è probabilmente la religiosa più longeva d’Italia. Nata in provincia di Verona nel 1907, da una famiglia di contadini, da oltre 80 anni fa parte della congregazione delle Ministre degli infermi di San Camillo de Lellis. Una vita passata ad assistere gli ammalati e a formare, come maestra delle novizie, intere generazioni di suore. «Oggi – afferma la festeggiata – non sono giovane come un tempo, però sto bene forse anche meglio di quando ero giovane».

Da 17 anni suor Candida vive nella Casa Madre della congregazione, a Lucca, dove si è svolta una piccola festa per questo speciale compleanno. «Dobbiamo credere fermamente che siamo nelle mani di Dio – l’esortazione rivolta dalla religiosa ai presenti -. Dirgli grazie per la vita che ci ha donato è importante, ci rende felici. Io infatti forse triste non sono mai stata. Addolorata e piangente sì. Ma con la fede e aiutando gli altri, ho superato tutto». Tanti i giornalisti presenti, con cui suor Candida ha schercato: «Ci tengo a essere conosciuta, un po’ di vanità c’è sempre». Quindi un gran sorriso: «Sto scherzando! Vi sono riconoscente per questa attenzione e vi ricorderò nella preghiera. La preghiera rimane, non pensate che sia qualcosa che va via veloce. La preghiera nelle mani di Dio resta per sempre».

Guardando indietro alla sua lunga vita, la suora ha riconosciuto che tanto di quello che ha potuto fare è stato grazie alla «saggezza» dei suoi genitori e alla «loro grande fede». Per il resto, ha aggiunto, «ho sempre lasciato che ci pensasse Lui. Ho accettato e detto grazie. La mia vita in fondo è un grazie. E sono felice. Anche nella comunità religiosa sono sempre stata bene. Anche quando ero un po’ giù, alla fine il cuore non l’ho mai avuto triste». Quindi ha ricordato anche la fondatrice della congregazione, la beata Maria Domenica Brun Barbantin, di cui il prossimo anno ricorrono i 150 anni dalla morte. «Ma lei in fondo – ha detto – è viva e vivrà per sempre: continuiamo tutte ad assistere i bisognosi come lei ci ha insegnato».

21 febbraio 2017