I posti a disposizione erano 86; le domande arrivate, oltre 800. Si sono chiudi nei giorni scorsi i temrini per partecipare al primo bando dei Corpi civili di pace. I giovani selezionati, spiegano in una nota gli entri promotori, «potranno partecipare a progetti finalizzati, sia in Italia che all’Estero, alla costruzione di percorsi di “riconciliazione” tra i popoli, in luoghi dove ci sono conflitti di tipo ambientale, sociale, culturale, etnico, religioso».

Acli, Arci Servizio Civile, Caritas Italiana, Cesc Project, Focsiv, Focus Casa dei diritti sociali, Fondazione Avsi, Federazione Scs/Cnos Salesiani, Università degli Studi di Bari, Un Ponte per: questo l’elenco delle diverse realtà che hanno promosso i bandi. Una prima speriemtazione che mette le basi per rendere l’esperienza dei Corpi civili di pace finalmente strutturale, anche per gli anni a venire. «La maggior parte dei ragazzi che hanno risposto – si legge ancora nella nota diffusa – ha già fatto l’esperienza di Servizio civile in Italia o all’estero e desidera proseguire con impegno più specifico in favore della pace, sottolineando da un lato il desiderio di mettersi in gioco in prima linea e dall’altro l’attenzione al tema della riconciliazione e della pace duratura».

Per gli enti promotori, «l’interesse e la preoccupazione di questi giovani verso la continua crescita di situazioni critiche e di conflitto, sia all’interno del nostro Paese che nel resto del mondo, impongono a tutti – enti, istituzioni, esponenti politici e Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile – di dare immediato avvio ai primi progetti senza ulteriori ritardi, di dare mandato al Comitato di valutazione e monitoraggio dei Corpi civili di pace e di rivedere il decreto e l’attuale format progettuale per predisporre entro la fine dell’anno un nuovo bando progetti».

20 febbraio 2017