San Giovanni in Laterano, “madre” di tutte le chiese

Presieduta dal cardinale Agostino Vallini la Messa nella solennità della dedicazione della basilica, che è la cattedra del successore di Pietro: «Da qui il Papa annuncia continuamente la parola del Vangelo»

“Capo e madre di tutte le Chiese”, la basilica di San Giovanni in Laterano, la prima delle basiliche papali e la più antica d’Occidente, è la sede della cattedra del vescovo di Roma, il successore dell’apostolo Pietro. In questo “tempio” vive una «comunità che vi si raccoglie per elevarsi a Dio nella preghiera e celebrare i misteri che la santificano». Si è soffermato soprattutto su questo aspetto il cardinale Agostino Vallini presiedendo ieri, domenica 9 novembre, la Messa nella solennità della dedicazione dell’arcibasilica. Ha parlato di «tempio spirituale fatto di pietre vive, i cristiani, che si riuniscono attorno al segno di Pietro per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio», sottolineando come in questi simboli sia racchiuso tutto il mistero della Chiesa. «È il luogo – ha detto – in cui, attraverso il sacramento del battesimo, si diventa figli di Dio. Ed è nel tempio che il popolo si raduna per nutrirsi con l’ascolto della Parola e con Eucaristia, diventando un solo corpo».

Nella solennità della dedicazione della basilica lateranense, il cardinale Vallini ha voluto ricordare anche un altro segno distintivo fondamentale, che non può mai essere dimenticato: San Giovanni, ha ribadito, è la cattedra del successore di Pietro, il vescovo di Roma, al quale compete «non solo il compito di custodire la fede, ma anche quello di essere guida nella professione storica della fede diffondendola su tutta la terra. È da questa cattedra – ha aggiunto il porporato – che il Papa annuncia continuamente la parola del Vangelo, avendo la certezza che dal Signore avrà la forza per confermare i fratelli e tenerli uniti».

Il Papa quindi dà testimonianza di Cristo sulla terra ed è garante della dottrina della fede e di obbedienza al Vangelo. Ed è qui che rientra in gioco la Chiesa intesa come comunità, che per il cardinale dovrebbe avere «la passione e la gioia di attuare il proprio mandato, seguendo le ultime parole che Gesù disse agli Apostoli prima di ascendere al cielo: “Fate i miei discepoli tutti i popoli. Andate ed annunciate la buona Notizia”. E da allora, con coraggio – ha concluso il vicario per la diocesi di Roma -, la comunità delle origini manifestò la forza dello Spirito Santo e portò la Parola fino ai confini della terra. Una vocazione missionaria che il Concilio Vaticano II ha riaffermato con rinnovata forza alla Chiesa di oggi e cioè a ciascuno di noi e alle nostre comunità».

10 novembre 2014