Bose: le dimissioni di Enzo Bianchi. Luciano Manicardi il nuovo priore
La notizia in un comunicato del fondatore della comunità monastica: «Segno positivo di crescita e maturità». Semeraro (C9): «Gesto di paternità»
Inizia citando il commento di Agostino al salmo 41 la nota con la quale il fondatore della comunità monastica di Bose Enzo Bianchi annuncia le sue dimissioni dall’incarico di priore. Dimissioni già previste nel 2014, racconta, e poi rimandate in obbedienza alla richiesta dei visitatori fraterni di restare per portare a compimento lo Statuto della comunità. «Si dice che i cervi quando camminano nella loro mandria – è la citazione di Agostino riportata nel testo – appoggiano ciascuno il capo su quello di un altro. Solo uno, quello che precede, tiene alto senza sostegno il suo capo e non lo posa su quello di un altro. Ma quando chi porta il peso (qui pondus capitis in primatu portabat) è affaticato, lascia il primo posto e un altro gli succede».
Questo commento, scrive Bianchi, «è sempre stato da me meditato, e con queste parole iniziavo la lettera di dimissioni», nel 2014. Poi, appunto, la richiesta di restare, «e così ho continuato a presiedere, ma avvertendo più volte i miei fratelli e le mie sorelle che erano gli ultimi mesi del mio servizio e assentandomi sovente, affinché potessero imparare a continuare a vivere senza la mia guida». Ma fratel Enzo è convinto: «Nella storia di ogni nuova comunità monastica il passaggio di guida dal fondatore alla generazione seguente è un segno positivo di crescita e di maturità. Scrive l’Apostolo: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere” (1Cor 3,6). La vita continua, la fondazione è stata feconda e di questo ringraziamo il Signore, attendendo il suo giudizio alla fine della storia».
È arrivato così il tempo delle dimissioni, annunciate nel capitolo dopo i vespri del 26 dicembre scorso, per il 25 gennaio. Ieri mattina, giovedì 26 mattina, «dopo la preghiera di epiclesi dello Spirito Santo», sono iniziate le votazioni per eleggere il nuovo priore, secondo le norme dello Statuto. La scelta è caduta su fratel Luciano Manicardi. «I fratelli e le sorelle professi della comunità, riuniti per il consiglio generale annuale – riferisce ancora il fondatore di Bose, al termine dell’assise -, hanno proceduto, alla presenza del garante esterno padre Michel Van Parys, già abate di Chevetogne – all’elezione del nuovo priore secondo quanto previsto dallo Statuto approvato dal vescovo di Biella Gabriele Mana. Ho la grande gioia di annunciarvi che è stato eletto fratel Luciano Manicardi. La comunità, in grande pace, ringrazia il Signore per la sua fedeltà e chiede a tutti voi di partecipare alla nostra gioia e alla nostra preghiera».
gesto di grande rispetto e profondo amore verso la comunità monastica». Non nasconde «commozione ed emozione», il presule, parlando della scelta di fratel Enzo, «al quale sono legato da amicizia». E mette in evidenza il «grandissimo senso di paternità» che muove la sua scelta. «Nel codice generativo infatti – spiega – il lasciar andare dà compimento alla paternità spirituale. Massimo Recalcati ricorda che due sono le parole più importanti sotto il profilo genitoriale: eccomi e vai». Queste, continua, «sono parole iscritte nel nostro dna: la madre deve accettare che il figlio si stacchi dal suo grembo».
Ancora, secondo monsignore Semeraro nella scelta di Enzo Bianchi «si può intravvedere anche un insegnamento spirituale di una norma canonica: quella di Paolo VI che fissa al compimento del 75° anno di età la rinuncia agli incarichi pastorali. Enzo Bianchi compirà 75 anni il prossimo anno. Egli certamente non è un vescovo, ma è un padre. La sua decisione la vedo come l’altra faccia della medaglia, spirituale e carismatica, della norma canonica voluta da Paolo VI».
27 gennaio 2017