La musica nel “Giorno della Memoria”

Gli spartiti scritti ed eseguiti nel campo di concentramento fascista di Ferramonti rivivono giovedì 26 gennaio all’Auditorium Parco della Musica

Gli spartiti scritti ed eseguiti nel campo di concentramento fascista di Ferramonti rivivono giovedì 26 gennaio all’Auditorium Parco della Musica

Quando Armida Locatelli, l’erede del pianista Kurt Sonnenfeld, portò da esaminare al Conservatorio di Milano una scatola di spartiti degli anni ‘40 che aveva ricevuto in eredità, il musicolgo Raffaele Deluca ne comprese subito il valore: erano le musiche scritte ed eseguite a Ferramonti, in Calabria (comune di Tarsia e provincia di Cosenza), uno dei 48 campi di concentramento fascista in cui vennero rinchiusi musicisti, compositori e artisti vittime delle leggi razziali, tra cui lo stesso Sonnenfeld. Il contenuto di quegli spartiti prenderà di nuovo vita in prima assoluta all’Auditorium Parco della Musica il 26 gennaio alle 20.30, e verrà trasmesso in diretta su Rai5, in occasione della Giornata della memoria che si celebra il 27 gennaio. A raccontare questa storia, scomparsa e ricostruita grazie all’assiduo lavoro del Centro studi di musica sacra Tomoquarto, la voce degli Avion Travel, Peppe Servillo, che ha accolto con entusiasmo la proposta di partecipare al concerto–evento intitolato “Serata Colorata” (“Bunter Abend”).

“Serata colorata” venivano chiamate le serate musicali organizzate a Ferramonti: «Anche nella privazione libertà – commenta il musicologo – la potenza della musica non viene mai meno». Così nelle baracche del campo i prigionieri eseguivano vivaci intrattenimenti jazz, kabarett, musica di avanspettacolo e anche, tiene a sottolineare Deluca, musica sacra: «Tra gli internati si formò un coro di 60 voci che si esibiva per accompagnare le liturgie sia ebraiche che cristiane». Una solidarietà tra i credi che fu, spiega lo studioso, «un vero e proprio cortocircuito» basato sull’universalità della musica. «Un’unione paradigmatica», aggiunge ancora Deluca, a cui «nessun regime poté opporsi». Ricordare ciò che accadde in Calabria, sottolinea il musicologo, «serve a capire che anche in Italia il fascismo si macchiò di colpe non meno gravi di quelle di altri regimi».

A eseguire i brani del ricco repertorio, musicisti di fama internazionale, tra cui il trombettista Fabrizio Bosso, con le voci di Lee Colber, Myriam Fuks, Giuseppe Naviglio e del Coro Petrassi e del Coro C. Casini dell’Università di Roma Tor Vergata. Il concerto ha il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri ed è promosso dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane. La partecipazione è gratuita ed è possibile ritirare i biglietti anticipatamente, fino a esaurimento.

24 gennaio 2017