Sant’Egidio al Comune: «Aumentare l’accoglienza contro il freddo»

La Comunità si è riunita a Santa Croce in via Flaminia in una veglia per ricordare Paola e Amantina, morte di freddo nei giorni scorsi

La Comunità si è riunita a Santa Croce in via Flaminia in una veglia per ricordare Paola e Amantina, morte di freddo nei giorni scorsi

«Una società ricca non ha saputo trovare un angolo caldo per i suoi figli». Il responsabile della Comunità di Sant’Egidio del quartiere Flaminio, Francesco De Palma, non ha usato mezze misure, giovedì sera, durante la veglia di preghiera per Paola e Amantina, morte nei giorni scorsi per il freddo a Tor Marancia e proprio nel suo quartiere: «queste morti – ha detto – che suscitano sentimenti di pietà per chi è più povero ed emarginato, ci spingono a chiedere nuovamente che si risponda alla carenza di posti di accoglienza notturna per chi vive in strada».

Un messaggio che la Comunità ha lanciato alle autorità, ricordando le due donne vittime dell’inverno nella parrocchia della Santa Croce, vicino a dove trascorreva le notti Amantina. Offrire accoglienza ai senza dimora, sottolinea Sant’Egidio, diventa sempre più urgente. Nei giorni scorsi oltre alle strutture che normalmente sono adibite all’ospitalità dei senza dimora, la Comunità ha aperto le porte della chiesa di San Calisto, che dal 7 gennaio accoglie oltre 30 persone.

Sull’esempio della chiesa del Vaticano a Trastevere, alcune congregazioni religiose hanno deciso di offrire un riparo a chi non ha casa. Tra questi i Padri Giuseppini del Murialdo, che da mercoledì hanno messo a disposizione il Pontificio Oratorio San Paolo. Nei locali del centro sportivo hanno trovato rifugio 5 persone e, da giovedì notte, la disponibilità è salita a 15 posti. Anche la Croce Rossa ha aumentato il numero di letti per l’accoglienza.

«Ma non basta», afferma De Palma: «I posti vengono riempiti subito, ed è necessario che il Comune faccia qualcosa». Secondo il responsabile, una buona idea sarebbe mettere a disposizione il patrimonio immobiliare pubblico: «Non sarebbe la soluzione ottimale, ma comunque sarebbe qualcosa». L’apertura notturna delle stazioni metro stabilita a partire dal 5 gennaio «è stata una buona cosa – commenta -, ma con delle difficoltà, visto che parliamo di una struttura per i trasporti e non per l’accoglienza». Dei nuovi bandi di dicembre che avrebbero dovuto garantire un aumento del numero dei posti ancora nessun esito, mentre il freddo continua.

Da giorni la Comunità si è attivata
per raccogliere coperte, nella speranza di aiutare i più deboli a superare il gelo che sta soffiando sull’Italia. Molti romani, «parliamo di centinaia», sottolinea De Palma, si sono mobilitati nella solidarietà. Tantissime le coperte e i sacchi a pelo che i cittadini hanno portato alla “Città ecosolidale” in via del Porto Fluviale, o alla mensa di via Dandolo, e che la Comunità ha distribuito durante i giri serali nelle stazioni e nei luoghi dove abitualmente aiuta i senza dimora.

«Dio ha chiamato gli uomini dal cuore semplice» – ha detto il responsabile di Sant’Egidio durante la preghiera. C’è chi si dà da fare: «Qualcuno ascolta. Il Signore ascolta e gli uomini di buona volontà ascoltano». Accanto all’altare la foto di Amantina: «In tanti – ha detto ancora De Palma – accampano scuse, in tanti fuggono il problema, per non doversi trovare a gestire qualcosa di scomodo. A 2000 anni dalla nascita di Gesù ancora si ripete quanto accaduto a Betlemme: non c’era posto per loro e non c’è posto per loro».

 

20 gennaio 2017