Ordo Viduarum, tra preghiera e servizio

Consacrate dal vescovo Di Tora altre 4 vedove. Il carisma: «Arricchire lo stato di vedovanza in una esperienza piena di fede e di testimonianza»

Consacrate dal vescovo Di Tora altre 4 vedove. Il carisma: «Arricchire lo stato di vedovanza in una esperienza piena di fede e di testimonianza»

Quattro vedove sono state consacrate, sabato 7 gennaio, nell’Ordo Viduarum della diocesi di Roma: Angela Maria Trigiani, 68 anni, vedova dal 2003, un figlio; Anna Rita Marra, 57 anni, vedova da 5 anni con due figli; Armida Sebastiani, 84 anni, vedova da 40, tre figli, sei nipoti e cinque pronipoti; Piera Magrelli, 79 anni, vedova da 4, tre figlie e otto nipoti. Vanno ad aggiungersi alle nove già consacrate dopo l’istituzione dell’Ordine da parte del cardinale vicario Agostino Vallini il 24 novembre 2013.

La Messa, presieduta dal vescovo Guerino di Tora, ausiliare per il settore nord e delegato diocesano per l’Ordo Viduarum, è stata celebrata nella basilica di Santa Cecilia a Trastevere. Concelebranti parroci e vice parroci delle parrocchie di appartenenza delle neo consacrate, don Sandro Amatori, assistente ecclesiastico del gruppo vedove, e padre Agostino Montan, già direttore dell’Ufficio per la vita consacrata del Vicariato.

La presenza di quest’ordine non è nuova nella Chiesa: nel Nuovo Testamento e negli scritti di Sant’Agostino non mancano i riferimenti alle vedove consacrate. L’esistenza di un vero e proprio Ordo Viduarum è constatabile tra la fine del II secolo e gli inizi del III. Proibito dalla Chiesa nel Medioevo, divenne nuovamente oggetto di interesse dalla fine della prima guerra mondiale e questa volta la Chiesa favorì il movimento.

Sono stati alcuni vescovi, negli ultimi decenni, a riportare l’Ordine alla ribalta: il cardinale Salvatore Pappalardo nel 1996 a Palermo approvò uno statuto e un regolamento e nel 2000 il cardinale Carlo Maria Martini creò l’Ordo Viduarum Ambrosianum. Anche San Giovanni Paolo II lo ricorda nell’Esortazione apostolica post-sinodale Vita Consecrata del 25 marzo 1996: «Torna ad essere oggi praticata anche la consacrazione delle vedove, nota fin dai tempi apostolici, nonché quella dei vedovi. Queste persone, mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa». Ora «attendiamo che Papa Francesco promulghi la costituzione apostolica, allo studio della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, con la quale l’Ordo Viduarum sarà ripristinato per la Chiesa universale», ha dichiarato padre Montan.

La celebrazione eucaristica di sabato è stata preceduta da una processione: le quattro consacrate sono state accompagnate all’altare da 10 vedove impegnate in un cammino di discernimento e preparazione alla consacrazione e dalle 9 che fanno già parte dell’Ordine. Toccanti alcuni momenti del rito come la “chiamata” nominale delle candidate che, rispondendo «Mi hai chiamata: eccomi, Signore», non hanno nascosto l’emozione. Particolarmente suggestiva anche la benedizione delle fedi nuziali: le quattro donne le hanno consegnate al vescovo il quale, dopo la preghiera di benedizione, le ha poste al dito delle vedove «in segno di consacrazione a Dio», consegnando a ciascuna, nel contempo, un crocifisso e il libro della Liturgia delle Ore.

«Carisma di quest’ordine – ha affermato Di Tora – è quello di arricchire lo stato di vedovanza in una esperienza piena di fede e di testimonianza nei confronti delle nuove generazioni. Le prerogative sono la preghiera e il servizio vissuto in famiglia, in parrocchia, in diocesi come dono di sé agli altri: portare consolazione, trasmettere alle persone che incontrano ogni giorno la speranza e la fede che hanno maturato prima nella vita matrimoniale e poi in quella da consacrate al Signore. Il dono di una vita pienamente realizzata. Oggi la società tende a emarginare le vedove che invece nella Bibbia hanno un ruolo di rilievo. Mi auguro che i parroci vogliano sempre più diffondere questa nuova realtà».

Per Angela Maria la consacrazione è stata il frutto di un cammino iniziato nel 2008 mentre Anna Rita con l’Ordo ha «trasformato il dolore del lutto nella gioia di servire il Signore». Armida, la più anziana delle consacrate, non ha mai pensato di risposarsi, seppur rimasta vedova molto giovane. «Sono particolarmente emozionata – ha affermato -. Questa benedizione è la coronazione di tanti anni vissuti al servizio del Signore». Piera, da anni impegnata nel sociale, nel volontariato in Caritas, la notte prima della consacrazione ha dormito poco: «Mi sono svegliata alle 4 e ho iniziato a pregare. Un ringraziamento anticipato al Signore per questa giornata. Sono certa che mio marito è felice della mia scelta».

9 gennaio 2017