Il cardinale Vallini alla Fondazione Santa Lucia

Messa nella festa della santa. «Qui, dove si apprendono i tempi lunghi della riabilitazione, comprendiamo la fragilità e il valore della vita»

La Messa nella festa della santa. «In un luogo come questo, dove si apprendono i tempi lunghi della riabilitazione, possiamo comprendere la fragilità e il valore della vita»

Mettere Dio al primo posto anche a costo della vita, come ha fatto Santa Lucia che ha preferito morire pur di non rinnegare la fede. Solo così è possibile vivere pienamente, solo comprendendo di non essere superiori a nessuno è possibile prestare aiuto a chi ne ha bisogno. Questo il suggerimento del cardinale Agostino Vallini, che ieri sera, martedì 13 dicembre, festività della vergine e martire di Siracusa, ha celebrato la Messa nella cappella della Fondazione Santa Lucia, l’ospedale romano di alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria che si dedica principalmente ai pazienti affetti da lesioni al sistema nervoso e che svolge anche attività di ricerca nel settore della riabilitazione neuromotoria. Presenti alla celebrazione il personale medito e tanti degenti. Concelebranti il cappellano, don Gilberto Serpi, e don Roberto Savoja, il nuovo parroco di Santissima Annunziata a via Ardeatina.

Per il cardinale quella di santa Lucia è una testimonianza di fede importante. «La fede – ha affermato – è una grande luce che illumina, dà senso, forza, misura a tutta la vita». Se da un lato non è sempre facile mettere Dio al primo posto, il porporato ha evidenziato che è possibile «seguire il Signore fino al martirio solo a condizione che la nostra vita di ogni giorno sia alimentata dalla grazia, dalla forza, dalla preghiera, dalla carità, dal nostro sforzo di imitare l’insegnamento di Gesù. Ci definiamo cristiani – ha proseguito – ma non sempre, se guardiamo bene a tutto quello che avviene nella nostra vita quotidiana, siamo capaci di seguire le orme di Cristo. In modo particolare non siamo in grado di farlo dinanzi a situazioni difficili e problematiche, quando, per esempio, bisognerebbe perdonare. Dovremmo chiedere al Signore, per intercessione di santa Lucia, di donarci la coerenza della vita cristiana vera, di una fede indomita e coraggiosa».

In modo particolare, per Vallini, oggi è importante riscoprire determinati valori come giustizia, fraternità e onestà: «Viviamo in un tempo in cui c’è parecchia confusione, non siamo in grado di riconoscere le cose realmente importanti, tutto diventa molto relativo, una sorta di miscela dei valori. Dobbiamo invece dedicare del tempo a chi ne ha bisogno, stare accanto al fratello che soffre, portare sollievo e conforto con cuore semplice. Ma viviamo in una società dove si ha sempre fretta, ci creiamo una vita stressante. In luoghi come questo, dove si apprendono i tempi lunghi della riabilitazione, possiamo trarre un grande insegnamento e comprendere fino in fondo la fragilità e il valore della vita».

Al termine della celebrazione eucaristica sono state presentate l’Ausilioteca per la riabilitazione assistita con tecnologia (SARA-t) e la TechnoRoom, due servizi di riabilitazione che si caratterizzano per l’impiego di tecnologie avanzate. Il presidente della Fondazione De Matteis, Romano Mosconi, e Marco Molinari, dirigente del reparto di neuroriabilitazione 1 e del laboratorio di neurorobotica della Fondazione Santa Lucia, hanno consegnato tre borse di studio. «Oggi domina il pessimismo ma dopo aver visto questi successi torno a casa ottimista – ha detto il cardinale rivolto agli studenti e ai medici -. Fino a quando ci saranno questi giovani il futuro non sarà buio. Il Signore vi ha donato queste capacità ma farete del bene solo se le svilupperete con umiltà e spirito di servizio».

14 dicembre 2016