53 stampe e 1 dipinto. Per la prima volta le opere di Rembrandt sono esposte ai Musei Vaticani: opere provenienti dal Museo Zorn in Svezia e dalla Collezione Kremer di Amsterdam, volute, informano i promotori, dopo il viaggio di Francesco a Lund per contribuire a rafforzare il dialogo tra cattolici e protestanti. L’esposizione infatti, inaugurata il 23 novembre e visitabile fino al 26 febbraio, è stata organizzata in collaborazione con il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, con il contributo delle ambasciate di Svezia e Paesi Bassi presso la Santa Sede.

«Le stampe di Rembrandt – spiega il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci – bisogna guardarle da vicino, con la lente di ingrandimento. E allora uno capisce tutto: capisce che Rembrandt van Rijn è prodigiosamente grande. Nessuno come lui ha saputo entrare nel cuore delle cose: si tratti del volto di un personaggio; si tratti di un albero, che freme nel vento della pianura; si tratti del corpo di una donna; si tratti di una comunità di fedeli, che pregano nella sinagoga o in una chiesa. Nessun pittore della realtà – prosegue – è stato grande come Rembrandt van Rijn ed è soprattutto grande nelle sue incision». Guardandole «con la lente di ingrandimento» si capisce, per Paolucci, «la prodigiosa tecnica di Rembrandt e la sua capacità di rappresentare tutto il mondo visibile, anche nei sui dettagli apparentemente infinitesimali. Questa è la grandezza di Rembrandt».

24 novembre 2016