In 8 Regioni il 50% degli studenti non ha una mensa

I dati presentati da Save the Children: «Il 40% degli istituti scolastici italiani non è provvisto del servizio. Anche un problema di inclusione sociale»

I dati presentati da Save the Children: «Il 40% degli istituti scolastici italiani non è provvisto del servizio. Anche un problema di inclusione sociale» 

In Italia il 40% degli istituti scolastici principali è provvisto di una mensa e anche lì dove esiste spesso il servizio di refezione scolastica presenta gravi carenze sia riguardo i criteri di accesso che per le modalità di erogazione. È quanto emerge dal nuovo Rapporto “(Non) Tutti a Mensa! 2016”, un monitoraggio realizzato per il quarto anno consecutivo da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare in bambini in pericolo e a promuoverne i diritti, nell’ambito della Campagna “Illuminiamo il Futuro”, che sottolinea come la situazione delle mense scolastiche su tutto il territorio italiano sia disomogenea e priva di regole condivise.

Il rapporto di Save the Children
lanciato oggi, 7 novembre, prende in esame la proposta di refezione scolastica per le scuole primarie di 45 Comuni capoluogo di provincia con più di 100mila abitanti valutando tariffe, esenzioni, agevolazioni e trattamento delle famiglie morose. Secondo il Rapporto, l’assenza delle mense nel nostro Paese è molto preoccupante. In alcune Regioni del Sud ne è privo un istituto su due: la percentuale tocca infatti il 53% in Puglia, il 51% in Campania e il 49% in Sicilia. La situazione non è critica solo nel Mezzogiorno, anche nelle regioni del Nord infatti, quasi un terzo delle istituti scolastiche principali ne è sprovvisto, come in Veneto (32%), Liguria (29%), Lombardia (27%), Piemonte (27%).

«Dall’anno scorso, alcuni Comuni hanno fatto dei passi in avanti. Anche il IV Piano Nazionale Infanzia ha riconosciuto la mensa come livello essenziale delle prestazioni sociali ed ha come primo obiettivo quello di garantirla gratuitamente a tutti i bambini in condizioni di povertà certificata. Senza adeguati investimenti, il Piano rischia di rimanere lettera morta e in questo senso ancora molto rimane da fare per garantire un accesso equo ed indiscriminato alla mensa a tutti i minori, soprattutto a quei bambini che versano in condizioni di povertà estrema, che in Italia sono ben 1 milione e 131mila» afferma Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

«La mensa non è solo un servizio,
ma rappresenta uno strumento di inclusione e socializzazione per tutti i minori. Il contrasto alla dispersione scolastica passa anche da questo servizio che dovrebbe essere presente, anche per garantire il tempo pieno, in ogni scuola» aggiunge Raffaela Milano. «La mensa, oltre a diffondere buone pratiche alimentari che prevengono obesità e malnutrizione, è un momento importante di educazione alla convivialità e al rapporto con gli altri. La pratica del pasto portato da casa, per quanto rappresenti una libera scelta da parte dei genitori allorché le rette delle mense siano troppo onerose o la qualità del servizio non adeguata, potrebbe far nascere discriminazioni tra i bambini che consumando alimenti preparati in famiglia, non possono mangiare a mensa con gli altri» prosegue Milano.

Save the Children, riconoscendo il valore sociale ed educativo della mensa scolastica, oltre a monitorare situazioni concrete sul territorio, sostiene le proposte di legge sul tema presentate sia alla Camera che al Senato, che mirano a garantire un accesso equo al servizio e la gratuità per le famiglie in condizione di povertà certificata.

 

7 novembre 2016