473 morti, 339 feriti, 175mila sfollati e 1.410.000 persone direttamente colpite e bisognose di aiuto. Continuano a crescere i numeri delle vittime dell’uragano Matthew e dalle organizzazioni non governative associate alla Focsiv presenti da anni ad Haiti arriva un appello congiunto affinché sia data «una risposta immediata alle necessità della popolazione nel post-emergenza, cercando di limitare i danni provocati da questo nuovo, tragico evento naturale».

La penuria di alimenti, il rischio malnutrizione e colera: queste le urgenze sulle quali i volontari si sono immediatamente attivati, impegnandosi anche nella ricostruzione delel case e delel infrastrutture comunitarie. «L’uragano Matthew si è abbattuto con una violenza senza precedenti: la sua lentezza e il suo tragitto – racconta Roberta Gadler, referente dei progetti in Haiti per Cisv e ProgettoMondo Mlal – hanno moltiplicato gli effetti distruttori su un’area molto estesa, devastando abitazioni, scuole, campi coltivati, allevamenti. Il 90% dei raccolti è andato perduto, il bestiame decimato e lo spettro della fame e della carestia tornano ad aggirarsi tra la popolazione».

Le due ong sono presenti nel Dipartimento del Sud e nell’Artibonite, zone tra le più duramente colpite dall’uragano. Non meno complessa è la situazione nella zona del Morro de San Nicolás a nord-ovest del Paese dove opera il Prodocs: «Tante sono le case scoperchiate e danneggiate, molte non sono più agibili; la metà della popolazione è rimasta senza abitazione. I raccolti come le aziende agricole sono stati danneggiati, tanti animali sono andati perduti e già si preannuncia una forte crisi alimentare». La Fmsi è presente a Jéremie, Dame Marie, Latiboliere, Regione della Grand’Anse e Les Cayes. I Fratelli da Haiti scrivono: «A Jeremie l’80% delle case e delle infrastrutture è andato distrutto; il livello dell’acqua è ancora alto in molte parti della città. Sono già stati riscontrati molti casi di colera tra la popolazione e sono molte le persone disidratate, soprattutto i bambini. A Les Cayes le persone sono senza acqua, senza luce e vi è scarsità di acqua potabile. Non tutte le zone sono state raggiunte dagli aiuti del governo». Nella Mission de Saint Charles–Haïti dei padri Scalabriniani, a Lilavois 48 nel municipio di Croix-de-Bouquets, con cui collabora Ascs, la clinica–poliambulatorio sta lavorando più del solito. Agli oltre 200 pazienti giornalieri, di cui il 70% donne e bambini, si sono aggiunte le persone coinvolte nell’uragano.

19 ottobre 2016