L’omelia del cardinale Vallini alla veglia per la canonizzazione di Paolo VI

Di seguito il testo integrale pronunciato dal vicario del Papa per la diocesi di Roma nella serata di preghiera del 18 ottobre presso la cappella della Sapienza, che ha accompagnato verso la Messa presieduta da Francesco in piazza San Pietro Cari Fratelli ed Amici!

In questa veglia di preghiera abbiamo rievocato, con le parole e le immagini, il grande Pontefice Paolo VI. Per quelli della mia generazione che hanno avuto la fortuna di averlo conosciuto in vita, la sua Beatificazione è una grande gioia spirituale che ci porta a lodare e benedire il Signore per aver rivelato la sua bontà in questo Servo generoso e fedele, messo oggi sul candelabro della santità come modello di vita cristiana e intercessore per gli uomini e le donne del nostro tempo.

Una grande figura Paolo VI! Della sua poliedrica personalità, esile nella costituzione fisica, di straordinaria intelligenza, austero e delicato, umile e forte, sapiente e lungimirante, vorrei dire alcune parole per ricordarne qualche aspetto della sua alta statura spirituale così da poter cogliere un fascio di luce dalla sua testimonianza.

La radice germinativa della vita e del servizio alla Chiesa e all’umanità di Papa Montini credo che si debba ritrovare nella sua fede. Era una persona profondamente credente. Un uomo religioso nel significato più profondo, consegnato totalmente a Dio. La sua fede – acutamente pensata, fedelmente vissuta, generosamente testimoniata – è la chiave per entrare nella sua vita intima, e per interpretare le motivazioni profonde del suo operare, dei suoi gesti, dai più umili e nascosti a quelli profetici da lui offerti alla Chiesa e al mondo intero.

La fede di Paolo VI era marcatamente cristocentrica, cioè ancorata all’esperienza quotidiana del mistero di Cristo, Verbo incarnato, Redentore degli uomini; un mistero da lui scandagliato, studiato, vissuto e amato con intensità fin nelle fibre più intime del suo spirito; un mistero che lo affascinava e, in modo speculare, lo portava a cogliere al confronto la sua pochezza di creatura, elevata dall’amore di Cristo a nuova consistenza e a vivere la gioia di persona salvata da Dio. Di qui l’umiltà di Paolo VI, che nasceva dalla fede e alimentava la fede sempre più profonda, rasserenante e coraggiosa, che si esprimeva nei modi più semplici, fino all’esperienza contemplativa di Gesù.

Il testo completo nel file allegato

Paolo VI_veglia18ott2014_vallini

22 ottobre 2014