Oltre 100mila alla Perugia-Assisi, onda umana di pace

Il cardinale Gualtiero Bassetti: «L’indifferenza è assistere alle stragi di Aleppo e non solo senza assumersi la responsabilità di dire basta!»

Tanti i messaggi ai partecipanti. L’arcivescovo di Perugia: «Cosa è l’indifferenza? È assistere alle stragi di Aleppo e non solo senza assumersi la responsabilità di dire basta!»

«Un fiume umano di pace che inquieta e orienta la storia nella misura in cui anche i governanti sono capaci di accogliere le speranze del popolo. È un’onda umana di pace quella di domenica 9 ottobre ad Assisi per la marcia Perugia-Assisi che «travolge» ogni cosa. «San Francesco è per tutti faro luminoso ed esempio concreto di pace», ha dichiarato padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, in conclusione dell’evento che ha visto la partecipazione di oltre 100mila persone. Alla marcia hanno preso parte 472 enti locali, più di 100 scuole, tantissime associazioni e i ragazzi di Amatrice.

«Siamo in tanti, siamo qui per vincere l’indifferenza perché l’indifferenza uccide te e gli altri – ha dichiarato il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia -. Lo aveva perfettamente capito don Milani quando affermava: “Non dire mai non mi importa, non mi interessa, non mi sta a cuore”. Ma cosa è l’indifferenza? È assistere alle stragi, ai bombardamenti di Aleppo e di altri parti della martoriata umanità senza assumersi la responsabilità di dire basta! E di costruire la pace! È la nostra indifferenza, come dice Papa Francesco, che produce gli sbarchi, crea i profughi, alimenta terrorismo e povertà. È l’indifferenza che fa sì che le armi siano il più grande mercato mondiale. È l’indifferenza che causa la fame nel mondo. Diciamo: No all’indifferenza! Sì alla pace! No all’indifferenza! Sì alla giustizia! Carissimi partecipanti alla Marcia, San Francesco e Assisi vi attendono e vi dicono: diventate operatori di pace!».

Tra i messaggi ai partecipanti c’è stato anche quello di Abdel Qader, imam di Perugia: «Una pace vera domini il mondo!». Aluisi Tosolini, dirigente Liceo “A. Bertolucci” di Parma e Coordinatore della Rete delle scuole per la pace e i diritti umani, ha detto ai ragazzi delle scuole: «Voi siete il presente e il futuro della pace, noi oggi camminiamo, marciamo verso la pace. Le scuole sono il luogo nel quale l’educazione forma per lavorare contro l’indifferenza, a costruire il proprio presente e il proprio futuro lontano».

«Nei giorni dell’orrore di Aleppo, nei giorni in cui il mondo – Europa compresa – assiste con distratta impotenza alla immane tragedia siriana, la vostra testimonianza di pace assume un valore ancora piu’ grande. È un saluto e insieme un ringraziamento quello che invio ai partecipanti alla Perugia-Assisi. Donne e uomini, giovani e meno giovani, in marcia contro la rassegnazione, il cinismo, l’indifferenza: per ricordare alle istituzioni sovranazionali e nazionali, ai governi e ai parlamenti, che non si possono chiudere gli occhi sui troppi conflitti che insanguinano il pianeta e che concorrono a provocare le migrazioni forzate di decine di milioni di persone disperate». Cosi’ Laura Boldrini, presidente della Camera, nel messaggio inviato agli organizzatori della Perugia-Assisi. «Ma la vostra azione – aggiunge – è tanto piu’ importante perché chiama ciascun cittadino a sentirsi coinvolto nella costruzione della pace che non può essere unicamente delegata ai potenti della Terra». Quindi l’invito a una delegazione di promotori a «venire presto alla Camera per illustrare le prossime iniziative e per confrontarci sul modo in cui, ciascuno nelle sue diverse responsabilità, possiamo dare forza alla pace.  Anche se il nostro tempo sembra segnato dalla pericolosa demagogia di chi alza muri e evoca scontri di civiltà – la conclusione di – è solo dal dialogo tra i popoli e tra le culture che potrà nascere un nuovo ordine internazionale, più giusto e più stabile».

Puntuale anche il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Nel giorno della marcia Perugia-Assisi, che ripropone la centralità dei valori di pace e di fraternità – si legge nel testo -, desidero rivolgere un caloroso saluto agli organizzatori e a tutti i partecipanti, in special modo ai giovani che esprimono la loro speranza di vedere cancellate le guerre, le violenze e le limitazioni dei diritti umani in ogni angolo del mondo». La pace, ha osservato Mattarella, «è questione che non interpella solo i vertici delle nazioni o ristrette classi dirigenti. I popoli subiscono le conseguenze delle guerre. È da loro che può venire una nuova stagione di cooperazione, di sviluppo sostenibile, di rispetto reciproco». Ed è soprattutto ai giovani, ha incalzato il presidente, che «tocca far sentire la loro voce. Vi proponete di camminare insieme per trovare una via di pace. Verso un futuro migliore. Trovare questa strada è possibile. Fermare le guerre non è solo possibile ma, anzi, è un dovere della comunità internazionale. Tante vite spezzate, tante famiglie disperate e sconvolte, tanti bambini uccisi, anche in questi giorni, scuotono la nostra coscienza – si legge nel testo -. Non ci si può rassegnare alla strage e alle violenze di Aleppo. Ognuno di noi deve chiedersi cosa può fare per fermare la morte. Ognuno di noi è chiamato a seminare la pace, a partire dalla propria comunità». Da ultimo, un augurio: «Che la vostra semina sia propizia, e che da domani tante persone avvertano ancor più come propria responsabilità il partecipare alla costruzione di un futuro di fraternità».

10 ottobre 2016