Il Medio Oriente, la «bancarotta politica» e il «silenzio» dell’Europa

Presentata al Maxxi la nuova campagna Focsiv di raccolta fondi. Bizzetti, vicario apostolico per l’Anatolia: «La pace è complicata ma è possibile»

Presentata al Maxxi la nuova campagna Focsiv di raccolta fondi. Bizzetti, vicario apostolico per l’Anatolia: «La pace è complicata ma è possibile»

«La bancarotta politica dell’ultimo secolo», questa la situazione della Siria e del Medio Oriente, nelle parole di monsignor Paolo Bizzetti, vicario apostolico dell’Anatolia: «Quella di Aleppo e della Siria, da quanto apprendiamo dal nostro osservatorio a poche decine di chilometri, è una situazione assurda, e qui tutti ormai ci domandiamo come mai le grandi potenze continuano a permettere, per non dire che sono complici, di questo massacro». Si è tornato così a parlare di Siria al Maxxi, lo scorso sabato 8 ottobre, poche ore prima ore prima che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu bocciasse le proposte di tregua. Nella stanza accanto a quella della conferenza del Maxxi, le foto delle torture del regime di Bashar Al-Assad della mostra “Nome in codice: Caesar”, gli scatti di un soldato siriano fuggito dall’orrore degli ospedali militari di Damasco. L’evento, intitolato “Il Medio Oriente si racconta. Sguardi e voci dall’area”, è stato organizzato della Federazione degli organismi cristiani di servizio internazionale volontario (Focsiv) per presentare “Humanity”, la nuova campagna di raccolta fondi per il Medio Oriente. La conferenza ha ospitato un’audiointervista a monsignor Bizzetti, la testimonianza della libanese sour Hanan Youssef, dell’inviato del Tg1 Amedeo Ricucci, e dei giornalisti Francesco Geronico (Avvenire) e Cristiano Tinazzi (Il Messaggero). Loro hanno visto cosa accade davvero, mentre la maggioranza, ha detto Ricucci, si confronta con «i pozzi inquinati dell’informazione».

«Siamo molto stupiti del silenzio dell’Europa – ha detto Bizzetti -: probabilmente ci sono interessi enormi per la spartizione del territorio e per il commercio delle armi, fatto sta che le terribili sofferenze del popolo siriano non possono essere spiegate con cause interne al Medio Oriente». Il problema dell’Isis non è un problema religioso: «È necessaria, come ha detto Papa Francesco, una presa di posizione molto forte e decisa contro l’uso della violenza, in modo che i terroristi non trovino nessuna scusa nella religione per compiere quei massacri, che d’altra parte sono frutto di una grande ignoranza e non di una visione religiosa – ha rimarcato -. Moltissimi di questi giovani dell’Isis non sanno niente di religione, non frequentano le moschee, così come i ragazzi provenienti dell’Europa », ha aggiunto poi riferendosi ai cosiddetti “foreign fighters”.

I profughi intanto continuano ad aumentare: «La Turchia ha accolto oltre 2 milioni di rifugiati con una grande generosità – ha sottolineato monsignor Bizzetti -. Il numero dei rifugiati dall’Iraq e dalla Siria supera quello dei rifugiati di molte nazioni europee. Certo, dopo 4 anni – ha continuato – la situazione è difficile perché si pensava che l’accoglienza fosse temporanea, mentre oggi il contesto è più instabile anche per la difficoltà per i rifugiati di poter emigrare verso altri Paesi». Oltre alla Turchia, un altro Paese che si fa carico dell’accoglienza – oltre un milione e mezzo di profughi – è il Libano, ha ricordato suor Hanan. A Beirut, dove opera con le consorelle della Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, il suo ordine si confronta da sempre con i profughi. Oggi quasi la metà della popolazione proviene dall’esterno: «I profughi sono accampati ovunque» ha raccontato. Fuggono da ogni parte della Siria e dell’Iraq, ma non sempre da Isis, ha spiegato l’inviato del Tg1. Ad Aleppo, il maggior numero di morti è causato dall’alleanza tra governo siriano e Russia: «La citta è divisa in due: a est i ribelli moderati e i fondamentalisti di Al-Nusra, a ovest mercenari e l’esercito siriano; la parte che sta peggio è la parte est, bombardata dalla Russia e da Bashar Al-Assad».

La pace è complicata ma «è possibile – ha concluso Bizzetti -. Bisogna lasciare spazio a delle trattative a oltranza e rinunciare alla volontà di dominio sul Medio Oriente che portò a creare delle nazioni tracciando delle linee sulle carte geografiche da parte dei grandi attori della politica internazionale, con un’Europa che purtroppo è ancora una volta assai debole».

10 ottobre 2016