Ad Aleppo le bombe scuotono anche le scuole

I nuovi ordigni utilizzati colpiscono anche sotto terra rendendo insicure le aule sotterranee. Centomila bambini rischiano la vita e restano senza aule

I nuovi ordigni utilizzati colpiscono anche sotto terra rendendo insicure le aule sotterranee. Centomila bambini rischiano la vita e restano senza aule 

Non regge la tregua ad Aleppo. I bombardamenti continuano a susseguirsi, squassando la città sin dalle fondamenta. Le cosiddette “bombe terremoto” o bombe anti-bunker non permettono ai bambini di frequentare le scuole, neanche quelle sotterranee. Rimarranno chiuse privando di un’educazione quasi 100.000 bambini che continuano a rischiare la vita ogni giorno. Le “bombe terremoto” sono progettate per distruggere le installazioni militari, attraverso un fusibile ritardato che crea una forte detonazione sotterranea lasciando un cratere.

Hanno un impatto devastante sulle
aree civili – dicono da Save the Children -: possono uccidere e mutilare persone che pensavano di essere al sicuro in un seminterrato e il loro utilizzo ad Aleppo costituisce un potenziale crimine di guerra. Più di 300 bambini sono stati uccisi o feriti ad Aleppo orientale negli ultimi cinque giorni. «Solo negli ultimi tre mesi, sette membri del personale e cinque studenti sono stati uccisi nelle scuole che sosteniamo ad Aleppo orientale. Dato il pericolo che corrono i bambini, anche nelle proprie case, non è sicuro riaprire le scuole. A queste ultime mancano anche le dotazioni indispensabili per funzionare, come il combustibile per illuminare e riscaldare le cantine, le forniture d’acqua, i libri di testo e le matite».

Le scuole delle città erano state
decimate già prima dell’ultima escalation di violenze. Il tasso ufficiale di iscrizioni è crollato al 6%, anche se migliaia di bambini frequentano le scuole di Save the Children ogni settimana. A causa dell’abbandono forzato delle loro case, dei conflitti e della povertà, molti bambini hanno lasciato la scuola o la frequentano solo sporadicamente e i genitori hanno paura di mandare i figli a scuola nel timore che vengano presi di mira.

 

30 settembre 2016