I vescovi nigeriani: «Nel Paese uragano di violenza»

La conferenza episcopale ha denunciato la situazione: «Corruzione, rapimenti, omicidi rituali. Popolazione devastata»

La conferenza episcopale ha denunciato la situazione: «Corruzione, rapimenti, omicidi rituali. Popolazione devastata» 

Hanno parlato di «uragano di violenza che ha lasciato sulla sua scia un paesaggio di sangue e distruzione» i vescovi nigeriani per descrivere l’attuale situazione del Paese africano. «Violenza politica, corruzione, rapimenti, rapine a mano armata, omicidi rituali e i diversi mali del passato – si legge nel messaggio -, sono ancora ben presenti, e a causa di ciò sembra che stiamo progressivamente sprofondando nella melma. La popolazione è ora devastata dalla malattia e dalla fame. Il risultato è l’aumento della violenza da parte di attori statali e non statali».

Il documento, riferisce l’agenzia
Fides, sembra segnare un cambio di tono della posizione dei vescovi nei confronti del presidente Muhammadu Buhari, che aveva ricevuto il plauso dei vescovi per la campagna anticorruzione. Pur sottolineando che l’elezione del musulmano Buhari, è stata «una delle più pacifiche della storia del Paese», i vescovi rimarcano che il «settarismo» delle ultime nomine presidenziali, sia «difficile da associare con le credenziali morali del presidente».

I vescovi ricordano che lo Stato deve garantire la sicurezza di tutti, come il rispetto dell’eguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge, criticando «l’espansione dell’ambito della sharia nella vita pubblica, in contraddizione con lo spirito e la lettera della Costituzione». I vescovi lanciano un appello alla popolazione perché continui a vivere secondo i valori della compassione e della solidarietà, invitandola a non cadere vittima dei «ciarlatani» che usano la religione per i propri interessi. E ricordano al presidente, che «la maggioranza dei nigeriani è delusa dall’avere gettato via le grandi speranze derivanti dalla sua determinazione di cambiare le cose» e che non può ignorare «le forti accuse della crescita del nepotismo e del settarismo nelle nomine federali».

 

19 settembre 2016