Laboratori, corsi di formazione, eventi a tema: dal 4 al 10 ottobre in 92 città italiane prende corpo la prima Settimana nazionale della dislessia, promossa dall’Aid (Associazione italiana dislessia). L’obiettivo: portare al centro dell’attenzione i disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), che interessano nel nostro Paese circa 1 milione e 900mila persone. Circa 600, in tutto, le iniziative che saranno proposte dalle 98 sezioni Aid dislocate su tutto il territorio nazionale, in collaborazione con 300 enti pubblici ed istituzioni scolastiche. 92 le città interessate, che ospiteranno stand informativi nelle piazze, corsi di formazione per i docenti e i genitori, spettacoli teatrali e laboratori didattici interattivi per i ragazzi, grazie all’impegno di oltre 1.500 volontari.

In tutto il Paese si prevede la partecipazione di 75mila persone a questa prima edizione della Settimana, indetta in concomitanza con l’European Dyslexia Awareness Week, nel sesto anniversario della Legge 170 dell’8 ottobre 2010, che ha sancito in Italia il diritto alle pari opportunità nell’istruzione per i ragazzi con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. «La nostra associazione – dichiara il presidente Aid Franco Botticelli – nasce per cambiare in meglio la vita delle persone con Dsa e delle loro famiglie, affinché possano trovare pieno riconoscimento nella società».

Botticelli insiste anche sulla necessità di sensibilizzare e informare su un disturbo «che è ancora per molti un tabù». La strada però, ammette, è ancora lunga: «Bisogna accorciare i tempi di diagnosi, fare formazione agli insegnanti, incentivare la realizzazione e il rispetto dei Piani didattici personalizzati (Pdp), concorrere per la concreta realizzazione di tutti i diritti sanciti dalla legge 170/2010, affinché migliaia di bambini e ragazzi in età scolare, oltre il 2% degli studenti della scuola italiana, possano accedere a una didattica più inclusiva, e avere maggiori opportunità di relazione, di crescita personale e professionale, così come per gli studenti universitari e chi si accinge ad entrare nel mondo del lavoro».

15 settembre 2016