Terremoto, l’addio alla musicista Carloni. La comunità piange sei morti
I funerali di Maria Teresa, morta insieme alla madre, Rita Tarli, 81 anni, sotto le macerie della casa dov’era nata ad Amatrice. Il ricordo di altre due coppie che hanno perso la vita
I funerali di Maria Teresa, 49 anni, morta insieme alla madre, Rita Tarli, 81 anni, sotto le macerie della casa dov’era nata ad Amatrice. Il ricordo di altre due coppie che hanno perso la vita
Suonava l’organo, dirigeva il coro che aveva fondato, insegnava. Maria Teresa Carloni, 49 anni, era la massima espressione della musica nella parrocchia di Nostra Signora di Coromoto. La sua morte causata dal crollo della casa dov’era nata, abbattuta dal sisma ad Amatrice, il 24 agosto, ha scosso anche la comunità parrocchiale dei Colli Portuensi. Nel giorno dei funerali nella stessa parrocchia in cui è cresciuta, lo scorso 31 agosto, erano in mille per dare l’ultimo saluto a lei e alla madre, Rita Tarli, 81 anni, anch’essa morta a causa del terremoto. Chiesa gremita, una coda di fedeli anche all’esterno, sotto la pioggia.
In tanti amano la famiglia Carloni, che ha scritto una pagina di storia nella comunità. Maria Teresa insegnava direzione corale e composizione al conservatorio di Vicenza, ma tornava spesso a Roma. Nelle prime file, il marito Giancarlo, violinista, che non era ad Amatrice per impegni familiari, ma aveva promesso di raggiungere la moglie qualche giorno dopo il suo arrivo. Accanto a lui, la sorella di Maria Teresa, Alessandra, che in un solo momento ha perso sia lei che la madre. «Il terremoto mi ha strappato la mia famiglia, le mie radici e la mia storia», ha scritto in un messaggio chiedendo di sostenere la ricostruzione di Amatrice. A loro si è rivolto monsignor Romano Rossi, vescovo di Civita Castellana, che ha celebrato i funerali e che conosceva molto bene la famiglia Carloni, essendo stato per molti anni alla guida della comunità dei Colli Portuensi. «I nostri sguardi si incrociano e i nostri dolori si mischiano. Le persone più forti sono cadute per prime e sono scosse le fondamenta», ha detto durante l’omelia.
Monsignor Rossi ha ricordato anche un altro momento di grande dolore che ha trafitto la famiglia: la perdita del marito di Rita dopo tre anni di matrimonio. Un’assenza che l’ha costretta a tante fatiche: «Rita era come una leonessa pronta a tutelare le sue leoncine. Senza la sua figura forte non ci sarebbe stata Maria Teresa. Di lei ricordiamo la grande dignità e sensibilità che si scioglieva in infinita tenerezza». Un ricordo vivo nelle parole del vescovo: «Quanta forza, quanto coraggio! Chiedevo a Maria Teresa: “Come fai?”, riferendomi alle sue corse per fare più cose possibili in parrocchia. Lei mi rispondeva: “Sto restituendo a questa parrocchia quello che ho ricevuto”. La sua fede era più vissuta che ostentata, più vera che detta, più praticata che declamata. Questa donna non aveva manie di esibizione». Poi, il vescovo ha parlato del rapporto di Maria Teresa con la musica. «Affidava alla musica l’esplicitazione del suo discorso col Signore, era il suo modo di esprimersi, il modo di offrire il meglio. Provava più gioia nell’allargare il cerchio dei collaboratori che nel gestirli in prima persona».
Alla celebrazione non solo parrocchiani: presenti anche amici, conoscenti e suoi allievi. Francesca fa parte di un altro coro, l’ha conosciuta durante un incontro tra associazioni, sono diventate amiche. Tra le lacrime ricorda «la sua dolcezza». Caterina invece canta nel coro della parrocchia; chiese a Maria Teresa di essere la madrina del suo terzo figlio. Nel giorno del congedo ha pronunciato un’intenzione di preghiera: «Lei era una luce per noi, adesso brilliamo molto di luce riflessa», dice commossa. Suor Mariapaola la conosceva da oltre vent’anni: «Per me Maria Teresa era la “personificazione della musica”, oltre che una persona splendida, tranquilla, sempre col sorriso sulle labbra – racconta -. È stata la mia dolce e paziente maestra di chitarra. Ero abituata a vederla la domenica seduta all’organo in parrocchia per animare col canto la celebrazione eucaristica ed ero conquistata dalla sua voce meravigliosa e dalla sua pacatezza».
La comunità di Nostra Signora di Coromoto, guidata da don Francesco Giuliani, piange anche altre quattro persone, morte a causa del terremoto del 24 agosto. Bruno e Lella (Raffella) Nobile, due coniugi anziani che quasi tutti ricordano: lui, con notevoli problemi di salute; lei, una donna forte, che non si separava mai dal suo Bruno e lo accompagnava dappertutto. Abitavano in una palazzina al piano terra in Via Pier Vettori ed erano sempre affacciati alla finestra, il loro passatempo preferito. Erano partiti a metà luglio per Amatrice, per trascorrere un periodo di vacanza in un posto che amavano, piacevole e fresco, e avevano programmato di tornare a ottobre. Miriam Busolli e Gianni Marino erano persone molto presenti nella comunità parrocchiale: lei aveva trascorso la vita tra i banchi di scuola – molti i giovani ex alunni presenti alla Messa commemorativa nella cripta – e attualmente trascorreva le giornate divisa tra il ruolo di nonna e gli impegni in attività di volontariato, pronta a dare una mano per la festa della parrocchia e ovunque servisse un aiuto; il marito, da qualche anno, cantava nel coro che anima la Messa domenicale delle 11.
5 settembre 2016