Riforma dell’editoria, la Fnsi chiede rapida approvazione

Giornata nazionale di mobilitazione promossa dalla Federazione nazionale stampa italiana l’11 luglio, alla vigilia del dibattito in aula al Senato

Giornata nazionale di mobilitazione promossa dalla Federazione nazionale stampa italiana  l’11 luglio, alla vigilia del dibattito in aula al Senato

È in programma per oggi, lunedì 11 luglio, la giornata di mobilitazione promossa su tutto il territorio nazionale dalla Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana), alla vigilia del dibattito in aula al Senato sul disegno di legge per la riforma dell’editoria. L’obiettivo, spiegano dalla Federazione, è «chiedere l’approvazione rapida della proposta di legge e la calendarizzazione dei provvedimenti sulla cancellazione del reato di diffamazione e sulle querele temerarie». Proprio per questo la Fnsi «invita le associazioni regionali di stampa a promuovere iniziative sui rispettivi territori, incontrando soggetti istituzionali o anche i parlamentari della regione di riferimento per sottoporre alla loro attenzione la necessità e l’urgenza di approvare in fretta il ddl editoria e di affrontare le altre questioni, senza prestare il fianco ai giochetti di interdizione di chi, attraverso forme più o meno mascherate di ostruzionismo, lavora per far saltare tutto».

In una nota a firma congiunta il segretario Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti spiegano che «nonostante non vengano affrontate alcune questioni che la nostra Federazione considera centrali, a cominciare dalla definizione di un adeguato quadro normativo per regolare i processi di fusione ed evitare le concentrazioni nel sistema editoriale e l’introduzione del giurì per l’informazione, l’approvazione in tempi brevi di quella proposta di legge è essenziale per affrontare alcune delle criticità del nostro settore. A cominciare da una diversa e più rigorosa regolamentazione del sostegno pubblico all’editoria per arrivare alle misure che, partendo dalla revisione della legge 416 del 1981, consentano di chiudere i processi di ristrutturazione avviati dalle aziende negli anni passati e di porre le basi per una ripresa del mercato e dell’occupazione».

11 luglio 2016