Il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ha presieduto ieri, 19 giugno, nella chiesa di Saint Menas in Heraklion, la solenne liturgia della grande festa di Pentecoste. Con lui i primati delle Chiese ortodosse: i patriarchi Teodoro di Alessandria, Theophilos di Gerusalemme, Irinej di Serbia, Daniel di Romania; gli arcivescovi Chrysostomos di Cipro e Ieronymos di Atene e di tutta la Grecia, il metropolita Sawa di Varsavia e di tutta la Polonia e gli arcivescovi Anastasios di Albania e Rastislav di Cechia e Slovacchia. Presenti anche il presidente della Repubblica di Grecia Prokopis Pavlopoulos, membri del governo e autorità politiche locali.

Al centro del discorso del patriarca ecumenico, il tema dell’unità e della cattolicità della Chiesa. «Oggi – ha detto – è anche un giorno in cui gridiamo al Paraclito e lo imploriamo di venire e rimanere tra noi, di custodirci nella sua verità e santità, secondo la preghiera dolorosa del Signore nel giardino del Getsemani». La preghiera di Gesù per l’unità è «la domanda primordiale della umanità in un mondo diviso». Per Bartolomeo, «indipendentemente dalle nostre differenze, noi ortodossi dobbiamo sottolineare che l’unica via da intraprendere nel mondo è l’unità».

Una via, ha continuato, che «esige un sacrificio vivente, molto lavoro» e richiede «dura lotta per non allontanarsi». Questo Concilio, nelle parole di Bartolomeo, «contribuirà in questa direzione, stabilendo, attraverso la consultazione nello Spirito Santo e il dialogo franco e costruttivo, un clima di fiducia e di comprensione reciproca. La nostra missione – ha ribadito – è l’unità della Chiesa ortodossa e dei suoi fedeli». Di qui l’invito a mettere da parte i problemi causati dalla «diversa provenienza etnica» e a implorare il Paraclito «perché scenda su tutti noi, così che illuminati da Colui che è luce e vita e fonte spirituale di saggezza possiamo rivolgerci al mondo che ha sete di un messaggio di verità, purezza e speranza».

20 giugno 2016