Le famiglie verso l’incontro mondiale di Dublino

Il presidente del Pontificio Consiglio Vincenzo Paglia ha presentato il tema del raduno, dal 22 al 26 agosto. La «magna Charta»: l’Amoris laetitia

Il presidente del Pontificio Consiglio Vincenzo Paglia ha presentato il tema del raduno in programma dal 22 al 26 agosto. Amoris laetitia, «”magna Charta” dell’iniziativa»

“Il Vangelo della famiglia, gioia per il mondo”. Questo il tema del IX Incontro mondiale delle famiglie in programma a Dublino dal 22 al 26 agosto 2018, presentato dal presidente del Pontificio Consiglio Vincenzo Paglia questa mattina, 24 maggio, nella Sala stampa della Santa Sede. «Dopo Philadelphia, l’incontro torna in Europa», ha sottolineato Paglia, ricordando le parole dedicate da Francesco al vecchio continente che rischia di rassegnarsi «alla propria sterilità», in occasione del conferimento del Premio Carlo Magno. In particolare, ha evidenziato monsignor Paglia, il Papa «ha esortato con forza gli europei perché ritrovino la loro vocazione umanistica, perché rivivano la passione missionaria che ha reso possibile progresso e sviluppo, perché abbandonino la tentazione di creare muri e rivivano l’avventura straordinaria di costruire ponti tra le culture e le fedi».

Celebrare la famiglia, «che in Europa sta soffrendo in maniera particolarmente acuta», per il presidente del dicastero pontificio «è un’occasione straordinaria affinché tutte le realtà – civili, sociali, religiose, politiche, economiche – ne riscoprano la centralità e la forza di essere la prima palestra di una convivenza pacifica tra persone diverse». Sulla scorta delle parole pronunciate da Francesco, Paglia ha auspicato «un’Europa delle famiglie, un’Europa che sia essa stessa una famiglia di popoli e di culture».

L’appuntamento di Dublino è il primo grande raduno mondiale delle famiglie dopo il Sinodo dei vescovi. La “magna Charta”, ha assicurato il presule, sarà l’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Il messaggio principale: «La famiglia non è una questione cattolica, è patrimonio di tutti». A una domanda di un giornalista sull’uso del termine “famiglie”, utilizzato nella sua presentazione, Paglia ha risposto che con esso si intendono «le famiglie cristiane», ma anche, come si legge nell’Amoris Latitia, quelle in cui, pur non essendoci «l’ideale alto» del cristianesimo, «c’è una sorta di gradualità: il Papa chiede che dovunque ci sia un sapore di famiglia si stia loro accanto, anche a quelle famiglie che non realizzano in pienezza l’ideale cristiano», come ad esempio le famiglie sposate civilmente. Viene sottolineata insomme «l’inclusività della famiglia, che per il Papa è quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna che vogliono generare i figli, e che si realizza in modo più o meno qualificato. Ma tutte le famiglie sono coinvolte».

L’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin ha evidenziato che «la legislazione irlandese rispetta il diritto di ogni confessione religiosa di mantenere il proprio credo e la propria definizione di matrimonio: noi andremo lì per parlare del matrimonio cristiano, e soprattutto per stare accanto alle situazioni delle famiglie in difficoltà, in povertà, che non possono esercitare il diritto a una vita degna, alla qualità dell’istruzione che varia a seconda dei luoghi». In Irlanda, ha continuato, «abbiamo famiglie costrette a vivere in una sola stanza, in un albergo, perché non ci sono case sufficienti: dobbiamo incoraggiare una cultura molto inclusiva, a favore di una nuova uguaglianza per le famiglie che cercano di educare i propri figli». Non è, per il presule, una questione «da stadio»: occorre «chiedersi come creare una cultura che sostenga la famiglia». In Irlanda, ha spiegato, è in atto «un rinnovamento delle strutture a sostegno delle famiglie», in ambiti come il catechismo dei bambini o la preparazione al matrimonio, ma anche «nella presenza nella società», perché «bisogna sostenere, dare incoraggiamento alle famiglie».

Anche per monsignor Paglia, «la cultura contemporanea fa fatica a gestire la ricchezza e la forza della famiglia». Tra le sfide da raccogliere, quella del dialogo ecumenico e interreligioso. A Dublino, hanno assicurato i relatori, ci saranno incontri tra famiglie di diverse culture e fedi, a partire dalla Chiesa anglicana. «In Irlanda i rapporti ecumenici sono ottimi – ha assicurato Martin -. Ci sono divergenze teologiche e disciplinari, ma siamo tutti uniti nella convinzione che la trasmissione della fede cristiana dipende dalle famiglie e che bisogna sostenere le famiglie in questo compito». Riguarado poi al cammino di preparazione al raduno mondiale, l’arcivescovo ha assicurato che sarà fondato su «un processo di catechesi basato sull’esortazione apostolica che avrà luogo in tutta la Chiesa in Irlanda nel 2017» e che poi dalle parrocchie irlandesi, grazie al Pontificio Consiglio per la famiglia, saranno inviate a tutte le diocesi del mondo. Non una preparazione esteriore, gli ha fatto eco Paglia, ma «un processo ecclesiale vero e proprio», in risposta all’invito di Francesco «non solo all’inculturazione, ma all’approfondimento dei temi».

24 maggio 2016