Relocation flop: trasferiti solo 1500 migranti su 160 mila

Troppi Stati non collaborano, i ricollocamenti procedono a rilento. La Commissione europea: «Le cose non funzionano come dovrebbero»

Troppi Stati non collaborano, i ricollocamenti procedono a rilento. La Commissione europea costretta ad ammettere che le cose non funzionano

Entro settembre 2017, si sperava di arrivare a 160 mila, ad oggi siamo appena a 1.500 rifugiati trasferiti da Italia e Grecia verso gli altri paesi europei. Appare ormai come un miraggio lontanissimo il target fissato lo scorso settembre sulle relocation, il meccanismo che dovrebbe consentire di alleggerire gli Stati di frontiera sottoposti alla più forte pressione migratoria. Un fallimento così evidente che nemmeno la Commissione europea tenta più di nasconderlo: «Non possiamo essere soddisfatti dei risultati raggiunti finora», si spazientisce il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos che insiste: «Bisogna fare di più e in fretta». Secondo il membro dell’esecutivo di Jean-Claude Juncker occorre infatti «rispondere alla urgente situazione umanitaria in Grecia» ma anche «prevenire il deterioramento della situazione in Italia».

In otto mesi sono state trasferite in
tutto 1.500 persone: 909 dalla Grecia e 591 dall’Italia. Se inizialmente si sperava che il meccanismo fosse partito lento per poi decollare, nelle ultime settimane ci si è dovuti arrendere all’evidenza: molti Stati non ne vogliono sapere di collaborare. A fare sforzi consistenti sono appena una manciata di Paesi: soprattutto Francia, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo. Altri hanno accolto numeri irrisori di rifugiati, mentre ben sei Stati non hanno accettato ancora nemmeno un singolo migrante, né dall’Italia, né dalla Grecia: si tratta di Austria, Croazia, Danimarca, Ungheria, Polonia e Slovacchia.

Lo scorso marzo, dopo i primi risultati deludenti, la Commissione europea aveva tentato di fissare un target intermedio: ricollocare entro metà maggio almeno 20 mila persone. A scadenza raggiunta si è arrivati appena a 355 persone trasferite in due mesi, quando il ritmo minimo per tentare di avvicinarsi all’obiettivo finale sarebbe di almeno 6 mila persone al mese. Eppure i rifugiati da ricollocare non mancherebbero: in Grecia in 46mila stanno aspettando di vedere trattata la loro richiesta per potere eventualmente partire. Ma anche per quanto riguarda l’Italia serve il supporto degli Stati visto che con il bel tempo si prevede un aumento degli arrivi, avverte la Commissione europea.

Leggermente meglio vanno le cose per quanto riguarda i resettlment, i reinsediamenti di rifugiati direttamente dai Paesi terzi: Turchia ma anche Giordania e Libano. Fino ad ora ne sono stati accolti da sedici Stati membri in tutto 6.321 sugli oltre 22mila che si era stabilito di accogliere sempre entro settembre 2017. Continua a crescere in particolare il numero di rifugiati provenienti dalla Turchia, la cui accoglienza fa parte dell’accordo stretto tra Ankara e Bruxelles per fermare il flusso di migranti attraverso l’Egeo. Dallo scorso 4 aprile, 177 siriani sono stati reinsediati dalla Turchia: la Svezia ne ha accolti più di tutti (55) seguita da Germania (54), Paesi Bassi (52), Finlandia (11) e Lituania (5). Altre 723 domande sono già state accolte e i rifugiati aspettano di essere trasferiti in sette diversi Stati Ue.

 

 

19 maggio 2016