Guidando ieri, domenica 3 aprile, la liturgia nella cattedrale del Santo Etchmiadzin, sede della Chiesa armena, il Catholicos ha detto: «Siamo tutti in preghiera oggi, perché, come abbiamo appreso, la notte scorsa i giovani della nazione sono stati ancora una volta costretti a difendere con la loro vita, la pace e la sicurezza dei confini della nostra patria e la vita libera del nostro popolo». Quindi, ha pregato per la pace del Pase e per i morti, soprattutto per i bambini uccisi e feriti durante gli scontri.

Entrambi le parti coinvolte nel conflitto si sono accusate a vicenda di aver violato la tregua, con un’offensiva dell’artiglieria pesante lungo tutta la linea del fronte che è andata avanti per ore. Nell’attacco azero, secondo fonti ufficiali dell’autoproclamata Repubblica del Karabakh, sono morti vari soldati, ma anche civili tra cui due ragazzini (uno di 12 anni). Era dal 1994 che non si registravano scontri così violenti nel Nagorno-Karabakh, un conflitto in cui sono rimaste uccise già oltre 30mila persone.

4 aprile 2016