I cattolici di Lahore: «Il governo sradichi le cause dell’intolleranza»

All’indomani dell’attentato di Pasqua, la Commissione Giustizia e pace chiede protezione per «le minoranze e le comunità più vulnerabili»

All’indomani dell’attentato di Pasqua, la Commissione Giustizia e pace pakistana chiede misure di protezione per «le minoranze e le comunità più vulnerabili»

È firmato dal vescovo Joseph Arshad e da Emmanuel Yousaf (Mani), rispettivamente presidente e direttore della Commissione Giustizia e pace Pakistan, il comunicato diffuso subito dopo il «brutale» attacco al Gulshan-i-Iqbal Park di Lahore, la sera di Pasqua, domenica 27 marzo. La Commissione nazionale Pakistana «condanna fortemente il tragico attacco contro persone innocenti in un parco pubblico» e chiede al governo di intensificare le misure di protezione verso «le minoranze e le comunità più vulnerabili» e di «eliminare le cause che sono alla radice di questa intolleranza».

Solo pochi giorni fa, viene ricordato nel testo, il governo pakistano ha dichiarato Holi (festa indù) e Pasqua (festa cristiana) come festività. «L’uccisione di persone innocenti, in particolare donne e bambini, in nome della religione – si legge nel comunicato – è inaccettabile». Il vescovo Joseph Arshad, e padre Emmanuel Yousaf sottolineano anche che se l’obiettivo dichiarato dai terroristi erano i cristiani, «molte delle vittime del brutale attacco sono stati i nostri fratelli e sorelle, bambini e famiglie musulmane».

Apprezzamento, da parte della comunità cattolica pakistana, per le parole del primo ministro che ha fortemente condannato l’attacco. Ora però la Commissione Giustizia e pace chiede al governo di «consegnare i terroristi alla giustizia e di intensificare le misure di protezione di tutti i cittadini». Il governo, evidenziano, deve affiancare alle azioni militari il tentativo di «sradicare le cause di questa intolleranza. Deve condurre un’operazione su larga scala per eliminare tali elementi che sono prevalenti nella provincia del Punjab e in altre parti del paese, che operano sfidando palesemente l’operato dello Stato». Specie in un momento storico in cui «il senso di incertezza di vita sta aumentando in Pakistan».

La conclusione: «Preghiamo Nostro Signore Gesù che come nazione possiamo ritrovare la saggezza, la tolleranza, la pace. Possa Dio dare alle famiglie delle vittime la forza per affrontare la perdita dei loro cari».

29 marzo 2016