Palme, Francesco: «Profughi vittime dell’indifferenza»

In«molti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino». La liturgia è stata aperta dalla processione e dalla benedizione di palme e ulivi

In«molti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino». La liturgia è stata aperta dalla processione e dalla benedizione di palme e ulivi 

Papa Francesco interrompe per un attimo la lettura dell’omelia per la Messa della domenica delle Palme e torna a guardare agli ultimi, agli scartati, a chi fugge dalla guerra alla ricerca di un futuro migliore, ai tanti che hanno perso la vita in mare. «Oggi penso a tanta gente, a tanti emarginati, a tanti profughi, a tanti rifugiati, a coloro dei quali molti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino». E li accosta a Gesù che «prova sulla sua pelle anche l’indifferenza, perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino».

Parole forti quelle pronunciate dal Papa che arrivano all’indomani della nuova tragedia al largo della Libia, dove sono morti almeno 30 immigrati, e nel giorno dell’entrata in vigore dell’accordo tra Ue e Turchia. Sotto un cielo primaverile decine di migliaia di persone partecipano alla Messa che apre le celebrazioni della Settimana Santa. Primo atto la tradizionale processione del Pontefice e dei cardinali fino all’obelisco di piazza San Pietro dove Bergoglio benedice le palme e i ramoscelli di ulivo, tutti donati dalla Liguria. Sempre in processione il Papa si reca all’altare per la seconda parte della liturgia con la proclamazione del Vangelo della Passione di Gesù.

Come la folla in festa accolse Cristo che entrava a Gerusalemme e «niente poté fermare l’entusiasmo per l’ingresso di Gesù», così Francesco invita i fedeli affinché «niente ci impedisca di trovare in Lui la fonte della nostra gioia, la gioia vera, che rimane e dà la pace; perché solo Gesù ci salva dai lacci del peccato, della morte, della paura e della tristezza». «La Liturgia di oggi – prosegue il Papa – ci insegna che il Signore non ci ha salvati con un ingresso trionfale o mediante potenti miracoli. Gesù svuotò sé stesso: rinunciò alla gloria di Figlio di Dio e divenne Figlio dell’uomo, per essere in tutto solidale con noi peccatori. Si è umiliato, e l’abisso della sua umiliazione, che la Settimana Santa ci mostra, sembra non avere fondo».

Inizia con la lavanda dei piedi e si fa estrema nella Passione fino a giungere «alla morte di croce, quella più dolorosa e infamante, riservata ai peggiori criminali. La solitudine, la diffamazione e il dolore non sono ancora il culmine della sua spogliazione. Per essere in tutto solidale con noi, sulla croce sperimenta anche il misterioso abbandono del Padre». È qui che rivela il volto vero di Dio, che è misericordia. «Perdona i suoi crocifissori, apre le porte del paradiso al ladrone pentito e tocca il cuore del centurione».

«Può sembrarci tanto distante il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi – ha detto – mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi. Possiamo incamminarci su questa via soffermandoci in questi giorni a guardare il Crocifisso, la “cattedra di Dio”. Vi invito in questa settimana a guardare spesso questa “cattedra di Dio”, per imparare l’amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all’egoismo, alla ricerca del potere e della fama». E nella domenica delle Palme si è celebrata anche la 31ma Giornata Mondiale della Gioventù il cui raduno mondiale è previsto a Cracovia per fine luglio.

«Spero che potrete venire numerosi a Cracovia, patria di san Giovanni Paolo II, iniziatore delle Giornate Mondiali della Gioventù – ha detto Papa Francesco – Alla sua intercessione affidiamo gli ultimi mesi di preparazione di questo pellegrinaggio che, nel quadro dell’Anno Santo della Misericordia, sarà il Giubileo dei giovani a livello della Chiesa universale». Alla Messa hanno partecipato numerosi volontari polacchi ai quali è stato affidato il compito di portare ai responsabili della Nazione i rami di ulivo provenienti da Gerusalemme, Assisi e Montecassino e benedetti in piazza San Pietro «come invito a coltivare propositi di pace, di riconciliazione e di fraternità».

21 marzo 2016