Francesco in Pakistan: ha accettato l’invito del governo

Il ministro federale per la navigazione ricevuto nel V anniversario dell’assassinio di Shahbaz Bhatti, ha consegnato la lettera del premier

Il ministro federale per la navigazione ricevuto in udienza nel V anniversario dell’assassinio di Shahbaz Bhatti, ha consegnato al Papa la lettera del primo ministro

«Siamo venuti a Roma per invitare il Santo Padre in Pakistan e lui ha accettato». Il ministro federale pakistano per la navigazione, Kamran Michael, lo ha confidato al fondatore dell’Associazione Pakistani cristiani in Italia Shahid Mobeen, in un incontro informale in Vaticano. L’occasione: il quinto anniversario dell’assassinio di Shahbaz Bhatti, il ministro federale per le Minoranze, ucciso il 2 marzo 2011. Michael, unico ministro cristiano dell’attuale governo, è venuto a Roma con il ministro per gli Affari religiosi Sardar Muhammad Yousaf, appositamente per consegnare a Francesco una lettera di invito da parte del primo ministro del Pakistan Nawaz Sharif.

L’invito è stato consegnato ieri, mercoledì 2 marzo, nell’udienza generale in piazza San Pietro. Questo pomeriggio, giovedì 3, la delegazione pakistana incontrerà anche il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, per confermare l’invito e discuterne i dettagli. La visita, informano dall’Associazione Pakistani cristiani in Italia, non è ancora certa ma «il probabile viaggio del Papa in India a settembre per la canonizzazione di Madre Teresa è stato visto dal governo pakistano come un’occasione preziosa». Prima di Francesco, Giovanni Paolo II era stato in Pakistan nel 1981, fermandosi un solo giorno.

«Il premier Sharif – hanno raccontato i due ministri a Mobeen – stima molto il pontefice e desidera fortemente riceverlo in patria». Un desiderio che si estende all’intera comunità pachistana, cristiani e non. Bergoglio infatti, rendono noto, è molto apprezzato anche dai musulmani, che in Pakistan rappresentano circa il 96% della popolazione. «Siamo sicuri che il Papa potrà dare anche un importante contributo al dialogo interreligioso». Proprio in quest’ambito il govenro pachistano è intenzionato a investire maggiormente in futuro, e ha già chiesto espressamente il contributo di Mobeen, che insegna Pensiero e religione islamici alla Pontificia Università Lateranense.

L’auspicio dunque è che la visita del Papa favorisca un nuovo corso nel dialogo tra le religioni, in un Paese afflitto dal terrorismo e dal fondamentalismo islamico. A farne le spese, la piccola minoranza cristiana, che rappresenta il 2% della popolazione, che affronta ogni giorno discriminazioni e persecuzioni soprattutto conseguenti alla legge “antiblasfemia”, e che trarrebbe grande forza dalla visita del pontefice. «Per noi cristiani – le parole del ministro Michael – sarebbe una vera e propria benedizione». Quindi il ricordo di Bhatti, condiviso con l’Associazione Pakistani cristiani in Italia: ««Shahbaz era come un fratello per me – ha affermato il politico -. Era un vero leader carismatico, votato alla causa di rendere il Pakistan un Paese in cui regnino pace e armonia. E noi continueremo sul cammino da lui iniziato».

3 marzo 2016