Il Papa ai gesuiti: «Remiamo insieme sulla barca di Pietro»

Francesco ha celebrato il bicentenario di ricostituzione dell’ordine fondato da Sant’Ignazio da Loyola: «Nei tempi difficili e di crisi vengono tante tentazioni: fermarsi a discutere di idee»

È un invito a «remare», a «pregare, sperando sempre nel Signore» quello che Papa Francesco ha rivolto, venerdì 26 settembre, ai confratelli gesuiti in occasione del 200mo anniversario della ricostituzione della Compagnia fondata da Sant’Ignazio di Loyola. «Nella confusione e davanti all’umiliazione – ha sottolineato Francesco, nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina – la Compagnia ha preferito vivere il discernimento della volontà di Dio, senza cercare un modo per uscire dal conflitto in modo apparentemente tranquillo».

Nel corso della liturgia, che ha compreso la recita dei Vespri e il canto del Te Deum, dopo la proclamazione del Vangelo e prima del rinnovo delle promesse dei gesuiti presenti, il Papa ha ricordato la «persecuzione» subita dall’ordine da parte dei «nemici della chiesa»: «In tempi di tribolazione e di turbamento si solleva sempre un polverone di dubbi e di sofferenze, e non è facile andare avanti, proseguire il cammino. Soprattutto nei tempi difficili e di crisi vengono tante tentazioni: fermarsi a discutere di idee, lasciarsi trasportare dalla desolazione, concentrarsi sul fatto di essere perseguitati e non vedere altro».

L’atteggiamento «positivo» e la «volontà di ricostruzione» ha portato i gesuiti «a fare l’esperienza della morte e risurrezione del Signore. Davanti alla perdita di tutto, perfino della loro identità pubblica, non hanno fatto resistenza alla volontà di Dio, non hanno resistito al conflitto cercando di salvare sé stessi. La Compagnia – e questo è bello – ha vissuto il conflitto fino in fondo, senza ridurlo: ha vissuto l’umiliazione con Cristo umiliato, ha ubbidito. Non ci si salva mai dal conflitto con la furbizia e con gli stratagemmi per resistere». Non è mai l’apparente tranquillità ad appagare il nostro cuore, prosegue con forza Francesco, «ma la vera pace che è dono di Dio. Non si deve mai cercare il compromesso facile né si devono praticare facili irenismi».

Poco prima di concludere l’omelia, Francesco parla della situazione attuale dei gesuiti: «Oggi la Compagnia affronta con intelligenza e operosità anche il tragico problema dei rifugiati e dei profughi; e si sforza con discernimento di integrare il servizio della fede e la promozione della giustizia, in conformità al Vangelo. Confermo oggi quanto ci disse Paolo VI alla nostra trentaduesima Congregazione generale e che io stesso ho ascoltato con le mie orecchie: “Ovunque nella Chiesa, anche nei campi più difficili e di punta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee sociali, vi è stato e vi è il confronto tra le esigenze brucianti dell’uomo e il perenne messaggio del Vangelo, là vi sono stati e vi sono i gesuiti”».

(Leggi il testo integrale dell’omelia del Papa)

29 settembre 2014