Raid sugli ospedali in Siria, «lotta al terrorismo non giustifica aberrazioni»

Il commento di Loris De Filippi dopo l’attacco che ha coinvolto una struttura supportata da Msf: «Volontà deliberata di sabotare l’azione umanitaria»

Il commento di Loris De Filippi dopo l’attacco che ha coinvolto una struttura supportata da Medici senza frontiere: «Volontà deliberata di sabotare l’azione umanitaria»

«C’è una volontà chiara di sabotare le azioni umanitarie, ma gli ospedali civili devono essere considerati come santuari e non devono essere in nessun modo colpiti. Nessuna lotta al terrorismo più giustificare queste aberrazioni». È duro il commento di Loris De Filippi, responsabile di Medici senza frontiere Italia, sull’attacco di questa mattina a un ospedale di Msf in Siria. Secondo l’organizzazione, che ha dato la notizia del raid alla struttura di Marat Al Numan, nella provincia siriana di Idlib su Twitter, a mancare all’appello sono almeno nove persone. Ma il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e potrebbe salire nelle prossime ore. Come spiega De Filippi, infatti, la struttura bombardata è «abbastanza grande: ci sono 40 posti letto, due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso. È un ospedale che serve più di quarantamila abitanti in una zona particolarmente densa e al centro del conflitto».

La struttura, secondo quanto rivela l’organizzazione è stata colpita da 4 razzi. Per gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, i raid sono da attribuire agli aerei russi. Alcune fonti hanno riferito anche di un secondo attacco in Siria che ha coinvolto un ospedale, una scuola e un campo profughi a Azaz, tra Aleppo e il confine turco: in questo caso il bilancio provvisorio parla di almeno 14 vittime (tra cui due bambini) e 30 feriti. «Oltre a essere delle violazioni chiare della Convenzione di Ginevra, questi attacchi sono ormai una tattica militare sempre più usata, che rende molto difficile il nostro lavoro – spiega De Filippi -. Nei cinque anni di conflitto siriano sono ormai 177 le strutture colpite e circa 700 le persone morte tra medici e infermieri. La volontà di sabotare l’azione umanitaria mi sembra molto chiara. Per questo stiamo intensificando i rapporti con le diplomazie: dobbiamo far capire che in Siria, Afghanistan e Yemen gli ospedali civili devono essere considerati come santuari che non possono e non devono essere colpiti. Nessuna guerra al terrorismo può giustificare queste aberrazioni. Siamo vicini ai parenti delle vittime».

16 febbraio 2016