Unicef denuncia il dramma dei bambini soldato

Il riferimento è a Iraq, Siria, e non solo. Giacomo Guerrera: «Non possiamo aspettare la pace per aiutare i piccoli intrappolati nelle guerre»

Il riferimento è a Iraq, Siria, e non solo. Giacomo Guerrera: «Non possiamo aspettare la pace per aiutare i piccoli intrappolati nelle guerre». Online un sito

Nella Giornata internazionale contro l’uso dei bambini soldato, venerdì 12 febbriao, l’Unicef è tornata a lanciare l’allarme: «Sono decine di migliaia i bambini che vengono reclutati e utilizzati nei conflitti in tutto il mondo», si legge nel comunicato stampa diffuso per l’occasione. Secondo il rapporto di Unicef UK, «i bambini vengono utilizzati in vari modi dalle forze e dai gruppi armati: come combattenti, cuochi, facchini, messaggeri, spie o sono sottoposti a sfruttamento sessuale».

Un caso particolare è quello di Iraq e Siria, dove «la proliferazione di gruppi armati e l’avanzamento militare dell’Isis – si legge nel rapporto – hanno reso i bambini ancora più vulnerabili al reclutamento». Una situazione drammatica su cui l’Unicef richiama con urgenza l’attenzione: «Non possiamo aspettare la pace per aiutare i bambini intrappolati nelle guerre – ha dichiarato il presidente di Unicef Italia Giacomo Guerrera-. Dobbiamo investire in interventi concreti per tenerli lontani dalle linee di combattimento, soprattutto attraverso l’istruzione e il sostegno economico. Sono anche queste le situazioni da cui tanti bambini e adolescenti fuggono per cercare protezione in Europa».

Oltre 10mila i bambini di cui nel corso del 2015 Unicef ha assicurato il rilasico da forze o gruppi armati, contribuendo al reintegro di 8mila piccoli ex combattenti. Una campagna chiamata “Aiuta i bambini in pericolo”, alla quale è possibile dare il proprio sostegno attraverso il sito internet di Unicef.

15 febbraio 2016