Giornata del Malato, Vallini: «Guarire con la Parola di Dio»

Il cardinale vicario ha celebrato la Messa a San Giovanni in Laterano. Presenti anche i membri della sezione romana dell’Unitalsi

Il cardinale vicario ha celebrato la Messa a San Giovanni in Laterano. Presenti anche i membri della sezione romana dell’Unitalsi 

«Non è una giornata solo per chi soffre per la malattia, tutti quanti siamo toccati dalla debolezza del corpo prima o poi. La Giornata mondiale del malato va vista anche in un’altra ottica, quella della guarigione. In questo ci aiuta la Parola di Dio». Ha esordito così il cardinale vicario, Agostino Vallini, l’omelia della Messa in occasione della ricorrenza dell’11 febbraio. Alla celebrazione, presieduta nella basilica di San Giovanni in Laterano, hanno partecipato tutti i soci dell’Unitalsi di Roma. «Condividendo la sofferenza umana, Cristo si offre per amore per trasformare il cuore dell’uomo – ha continuato il cardinale Vallini -, infondere in esso la forza dello Spirito Santo e chiamarlo a vita nuova e prepararlo all’eternità beata. Dove c’è dolore c’è la sofferenza, ma c’è forza e coraggio per affrontare questa sofferenza.

La consapevolezza, a cui si arriva attraverso una scelta, ha spiegato il porporato, è che «Gesù crocifisso è la massima rivelazione di chi è Dio. Quel tragico avvenimento attraverso il quale, per la congiura di tante persone, Gesù fu messo in croce, era lo strumento umano in cui si rivelava, il più alto e definitivo, quello dell’offerta e del dolore: l’amore di Dio per noi». Prima della Messa il Rosario, guidato da don Romano De Angelis, assistente ecclesiastico dell’Unitalsi di Roma, infine un inno, durante il quale tutti, volontari e ammalati, hanno levato le candele intonando l’Ave Maria.

L’Unitalsi nasce a Lourdes e si
raccoglie attorno alla devozione per la Madonna. La sua storia è fatta di pellegrinaggi, non solo quelli di pochi giorni verso le mete mariane d’Europa: «Il nostro pellegrinaggio è 365 giorni l’anno – ha spiegato Emanuele Trancalini, presidente della sezione romana -. Cerchiamo di vivere la quotidianità e di dare una risposta là dove veniamo chiamati». Attiva la partecipazione al rito: «Celebrare questa giornata – ha commentato Trancalini- oltre a essere sempre molto emozionante, è un grande dono di grazia e un’occasione privilegiata in cui la tenerezza di Maria ci tocca nell’intimo, ci identifica, ci unisce e vivifica la nostra fede».

«Il Giubileo è un momento importante – ha ricordato l’incaricato diocesano del Centro per la pastorale sanitaria, il vescovo Lorenzo Leuzzi, al termine della Messa -. Tutti i volontari possono fare esperienza di misericordia e in quest’anno in particolare vogliamo comunicare l’importanza di prendersi cura dell’altro». Il Giubileo è un invito ad essere vicini a chi soffre: «È un annuncio che vuole essere una proposta per tutta la città – ha aggiunto il vescovo – la malattia appartiene a ciascuno di noi e dobbiamo stasera ringraziare tutti gli operatori sanitari, l’Unitalsi e tutti coloro che condividono con noi questo progetto, perché ogni uomo e ogni donna di questa città possa sentirsene parte. È un impegno molto grande – ha concluso Leuzzi – ma dobbiamo fare in modo che a Roma nessuno possa sentirsi abbandonato». Il Giubileo è infine un messaggio di speranza: «Il Giubileo della misericordia è l’annuncio atteso per guardare al nostro futuro con serenità, sopportazione e speranza».

12 febbraio 2016