Campagna di Aiuto alla Chiesa che soffre per Iraq e Siria
Una giornata di preghiera e digiuno, il mercoledì delle Ceneri, per la pace nei due Paesi. Il sostegno dell’arcivescovo di Bagdad dei latini Jean Sleiman
Una giornata di preghiera e digiuno, il mercoledì delle Ceneri, per la pace nei due Paesi. Il sostegno dell’arcivescovo di Bagdad dei latini Jean Sleiman
«Quando dei popoli si uniscono insieme per pregare, allora perfino la realtà può essere cambiata». L’arcivescovo di Bagdad dei latini Jean Sleiman sostiene senza esitazione l’iniziativa promossa dalla fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre in occasione del mercoledì delle Ceneri, il 10 febbraio: una giornata mondiale di preghiera e digiuno per la pace in Siria e in Iraq, alla quale il presula invita a partecipare «i cristiani e gli uomini di buona volontà» di tutto il mondo.
“Porterai la loro Croce per un giorno? Nel mercoledì delle Ceneri prega e digiuna per Iraq e Siria”. Questo il titolo scelto per la giornata, nella quale Acs invita tutti i cristiani del mondo a unirsi in preghiera e osservare il digiuno per la pace nei due martoriati Paesi mediorientali. Una campagna alla quale è possibile partecipare anche attraverso i social network, utilizzando gli hashtag #fastandpray, #carrythecross e #AshWednesday.
Monsignor Sleiman evidenzia il potere della preghiera ricordando un precedente importante: la giornata mondiale di preghiera e digiuno indetta da Francesco nel settembre 2013 per fermare una possibile azione militare in Siria da parte degli Stati Uniti. «Se allora non vi è stato alcun bombardamento – commenta – è merito dell’iniziativa del Santo Padre». Oggi, in questo particolare momento storico, continua, i cristiani iracheni hanno bisogno di sentire la vicinanza dei fratelli nella fede di tutto il mondo: «È un aiuto essenziale sia a livello psicologico che spirituale. Quando ci uniamo in preghiera anche Dio è presente tra noi e questa sua presenza dona nuova speranza ai cristiani d’Iraq».
Il presule racconta della delicata situazione nella Capitale irachena. «Al momento sembra tutto tranquillo, ma all’improvviso potrebbe scoppiare un’autobomba oppure degli scontri». Anche a Bagdad sono arrivati molti dei cristiani fuggiti dallo Stato Islamico. Nel campo profughi Vergine Maria ci sono 135 famiglie cristiane rifugiate. «Aiuto alla Chiesa che Soffre ha fatto tanto per loro – afferma il presule -: ha donato una cappella container per permettere loro di partecipare alla Messa e continua a fornire pacchi viveri e beni di prima necessità». Monsignor Sleiman evidenzia però anche i tanti bisogni spirituali. «L’aiuto di Acs è prezioso – commenta – perché voi sostenete anche progetti per la pastorale, per la formazione e per rafforzare la fede. Progetti essenziali per i cristiani iracheni».
9 febbraio 2016