Il Papa all’Acr: «Vi incoraggio a essere strumenti di misericordia»

La Carovana della Pace dell’Azione cattolica diventa pellegrinaggio giubilare. «Siamo preoccupati per quanto succede nel mondo ma non ci spaventiamo»

La Carovana della Pace dei ragazzi dell’Azione cattolica diventa pellegrinaggio giubilare. «Siamo un po’ preoccupati per quello che succede nel mondo ma non ci spaventiamo»

La quiete domenicale è stata interrotta dal boato di centinaia di piccole voci: «Adesso capisco perché c’era tanto chiasso in piazza» ha detto Papa Francesco affacciandosi dal suo studio, e ha sorriso alla folla in festa dell’Azione cattolica ragazzi della diocesi di Roma riunita in piazza San Pietro. Domenica 31 gennaio quasi tremila ragazzi sono partiti di prima mattina dalla Chiesa Nuova e hanno messo in moto la “Carovana della Pace”, un gesto simbolico contro ogni guerra compiuto giungendo in piazza, tra canti, risa e preghiere. Qui, entrati nell’abbraccio progettato dal Bernini, il celebre colonnato che rappresenta l’accoglienza della Chiesa, i piccoli fedeli hanno vissuto il loro Giubileo varcando la Porta Santa; quindi hanno atteso che il pontefice si affacciasse per l’Angelus. A mezzogiorno il momento è arrivato; vicino a Francesco, a fare capolino dalla finestra, Martina, 11 anni, e Marco, 9 anni, della parrocchia di San Corbiniano, incaricati dall’Acr di leggere a nome di tutti un messaggio al Papa.

Giù, in mezzo ai ragazzi, un palco, da cui ha espresso i suoi saluti il cardinale vicario Agostino Vallini, presente ogni anno: «Ho sentito a telefono il Papa e gli ho detto: si prepari perché c’è una bomba in piazza, la bomba dei ragazzi dell’Acr», ha scherzato. Dopo di lui il vescovo Mansueto Bianchi, assistente generale dell’Azione cattolica italiana. Poi la tenda dell’appartamento pontificio si è scostata nell’euforia generale, e il Papa ha parlato del Vangelo e recitato l’Angelus, infine ha salutato i ragazzi: «Quest’anno la vostra testimonianza di pace, animata dalla fede in Gesù sarà ancora più gioiosa e consapevole – ha detto – perché arricchita dal gesto, che avete appena compiuto, del varcare la Porta Santa. Vi incoraggio ad essere strumenti di pace e di misericordia tra i vostri coetanei – ha continuato -. Ascoltiamo ora il messaggio che i vostri amici, qui accanto a me, ci leggeranno».

La voce squillante di Martina ha riecheggiato per tutta la piazza: «Caro Papa Francesco – ha cominciato – quest’anno noi ragazzi dell’Acr il desiderio della pace lo sentiamo ancora più forte e importante. Siamo un po’ preoccupati per quello che succede nel mondo, ma, come vedi non ci spaventiamo e siamo qui con te, più numerosi che mai, per sostenerti». Lo spirito del Giubileo della Misericordia si è sentito forte e chiaro: «Grazie, caro Papa, per averci fatto riscoprire il vero significato di questa parola, che è tanto legata alla pace». Filo conduttore della Carovana 2016, il tema che guida l’intero anno associativo: “Viaggiando verso te”. Nel mese di gennaio, in particolare, tradizionalmente dedicato alla pace, i ragazzi si sono impegnati nella raccolta di fondi a sostegno della diocesi di Agrigento, in prima linea nell’accoglienza dei migranti, e a favore di due progetti della Caritas romana: Casa di Cristian e alcuni laboratori per i giovani di Casal del Marmo.

Per il Papa i piccoli dell’Acr hanno riservato un ruolo speciale: «Con te come nostro “Capotreno”, le nostre valigie saranno piene di cose belle e soprattutto di fiducia». I bambini sembrano averne parecchia. Nel percorso fino alla piazza hanno agitato striscioni colorati e urlato slogan inventati per l’occasione: «Con San Pietro e tutti i Santi, grida pace e vai avanti», buffi giochi di parole: «Le uniche bombe che noi vogliamo, son quelle ripiene di cioccolato», cori da “stadio” «Papa Francesco stiamo arrivando». «Caro Papa, continua a guidare il nostro viaggio», ha letto Martina nella lettera e ha finito con: «ti vogliamo bene». La mattinata è terminata tra gli applausi e i palloncini colorati, lanciati come simbolo di pace: «E per favore, non dimenticate di pregare per me», ha ripetuto ancora Francesco. Parlare con lui per Marta è stato «un dono dall’alto», e Marco era «emozionatissimo, è un momento che capita una sola volta nella vita». Porteranno in ricordo una Bibbia e un Vangelo, i regali che gli ha fatto Papa Francesco.

1° febbraio 2016