Ebola uccide un religioso dei Fatebenefratelli

Padre Manuel Garcia Viejo è il secondo religioso spagnolo a perdere la vita nell’epidemia di febbre emorragica. In tutto, 373 i medici e operatori sanitari contagiati. Il priore generale dell’Ordine fra Etayo: «Continuiamo a essere al servizio della popolazione»

È deceduto ieri, giovedì 25 settembre, in un ospedale di Madrid padre Manuel Garcia Viejo, dell’Ordine ospedaliero San Giovanni di Dio – Fatebenefratelli, infettato dall’ebola in Sierra Leone dove lavorava come chirurgo. La febbre emorragica che ha messo in ginocchio l’Africa occidentale continua dunque a fare vittime anche tra i soccorritori. Padre Viejo, 69 anni, è il secondo religioso spagnolo a perdere la vita nell’epidemia di ebola, che a tutt’oggi ha contagiato 373 fra medici e operatori sanitari, oltre ai religiosi Fatebenefratelli e di altri ordini. La conta dei morti, fra quanti cercano di portare soccorso tra le popolazioni più colpiti, dalla Liberia alla sierra Leone, è arrivata a quota 208.

«Di fronte a questo stillicidio possiamo soltanto soffrire, pregare e lavorare – commenta frà Marco Fabello, della provincia Lombardo-Veneta dei Fatebenefratelli -. Il dolore e la paura sono una condizione che condividiamo con gli operatori sanitari laici e con le popolazioni colpite e la preghiera, con cui invochiamo l’intercessione di San Giovanni di Dio, è l’unica in grado di darci la forza e l’audacia necessarie. Appartiene al nostro carisma ed è scritto nel nostro statuto: quando un frate viene ordinato si impegna a portare il Vangelo dell’Ospitalità fino al sacrificio della vita».

L’ospedale di Lunsar dove frà Viejo lavorava intanto è stato chiuso nuovamente per essere trattato, come era già successo nei giorni scorsi in seguito ad altri casi di contagio. «Per tutti noi, e in special modo per i confratelli e i collaboratori che sono in Sierra Leone, è un momento molto difficile – dichiara in una lettera il priore generale dell’Ordine fra Jesùs Etayo -. Non possiamo continuare l’attività da soli, e pertanto abbiamo bisogno del coordinamento e dell’aiuto del governo, della Chiesa e degli organismi internazionali che operano in campo sanitario, per poter realizzare un lavoro efficace e adeguato» ma «se ci saranno le condizioni, siamo disponibili affinché i nostri Centri possano costituire un altro anello della catena formata dai progetti in atto o futuri per affrontare questa difficile situazione». L’intenzione dei Fatebenefratelli, dunque, malgrado le evidenti difficoltà, è quella di «continuare ad essere al servizio della popolazione, specialmente in questo momento, quando cioè hanno più bisogno di noi».

26 settembre 2014